"In questo ultimo momento della campagna viticola, mi auguro che torni maggiore interesse per le varietà tradizionali, anche a fronte di un prezzo più conveniente rispetto alle varietà seedless".
Così commenta Teresa Diomede, titolare dell'azienda Racemus di Rutigliano (Bari), a latere dell'azione promozionale a favore dei produttori di uva da tavola della varietà Italia, lanciata di recente presso tutti i punti vendita Coop Italia. Il prezzo "vantaggioso" proposto al pubblico, è stato di 1,29 euro/kg. "Ma di redditizio per il produttore non ha praticamente niente", sottolinea l'imprenditrice.
Uva Italia (Foto: Racemus)
In un suo post su Facebook, Diomede sottolinea: "Venerdì 4 novembre 2022, durante un interessante momento di riflessione, organizzato da CUT Commissione Italiana Uva da Tavola, sulle problematiche di mercato legate principalmente alle nuove dinamiche economiche e tendenze del gusto del consumatore, è intervenuto Claudio Mazzini, responsabile freschissimi di Coop Italia".
"A Mazzini è stato chiesto come fosse andata la campagna promozionale organizzata. La risposta è stata interessante, soprattutto se pensiamo che si tratta dell'unica insegna che ha messo in campo l'azione: in appena quattro giorni, sono state movimentate 300 tonnellate della varietà con semi Italia, pari a 150mila bauletti da 2 kg. Il che non è poco, se pensiamo al fatto che si dice che il consumatore preferisca le nuove uve seedless".
E Diomede continua: "Siamo sicuri che le preferisca davvero, oppure è perché le trova a scaffale? Concordo che si sia trattato di un'operazione salvagente, dentro la quale la Coop dichiara di non aver guadagnato nulla, tenendosi solo i costi IVA e logistica interna, con sensibilità verso il mondo produttivo, completamente impreparato ad affrontare una nuova crisi. Ma nella mia testa ritorna sempre il quantitativo venduto in questa azione salvataggio...Di cosa si è trattato: il prezzo conveniente? La qualità extra offerta? La curiosità? Io rifletterei ancora e ancora, soprattutto, a fronte dell'altro dato offerto da Mazzini: oltre il 60% dei clienti Coop apprezza ancora le uve tradizionali".
Uva Italia (Foto: Racemus)
Con riguardo alle uve senza semi, Diomede dichiara: "Queste sono in mano ai club, nei quali i produttori non sono decisori né nella scelta varietale, né nella contrattazione, né nella scelta dell'acquirente. Chi coltiva uve con semi sarà costretto a rivedere le colture, forse a ridimensionare gli areali, ma non prima di aver chiarito le dinamiche legate alle royalties e ai club. A dicembre prevedo che ci saranno profonde riflessioni sul tema".