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Mango: il prodotto siciliano spicca nonostante l'invasione di merce concorrente dall'estero

Volge alla conclusione la stagione del mango siciliano, una referenza sempre più apprezzata da chi preferisce consumare frutti di produzione italiana, e quindi garantiti dal punto di vista della sicurezza alimentare. Di questo e altro abbiamo parlato con Vincenzo Amata, patron del marchio Papamango, che da qualche anno ha valicato con successo le frontiere italiane.

Vincenzo Amata

"Quest'anno ci siamo dovuti confrontare con una stagione piuttosto difficile", ha esordito Amata, non nascondendo alcune criticità sul piano produttivo e commerciale. "Abbiamo subito danni da maltempo - ha proseguito l'esperto - che hanno provocato la moria di diverse piante a causa di temperature basse durante lo scorso inverno, con almeno cinque episodi di temperature al di sotto di zero °C. Il mercato italiano, che per noi resta quello di riferimento, inoltre, è stato aggredito dal prodotto spagnolo, giunto a settembre con prezzi davvero bassi (1,30 euro al kg), contro le nostre quotazioni nettamente più alte. In quel contesto ci siamo difesi solo grazie alla fidelizzazione dei retailer di fascia alta. Il nostro prodotto è da considerarsi a filiera corta ed è per questo che resta attrattivo. Se riusciremo a comunicare la corretta narrazione del nostro mango, questo rimane un prodotto vincente".

"Da qualche tempo, assistiamo purtroppo all'azione di avventurieri - ha stigmatizzato Amata - i quali pensano di impiantare mango anche laddove gli areali non si prestano a questo tipo di coltivazione. Qualche annata fortunata di questi soggetti serve solo e unicamente a squilibrare il mercato".

La stagionalità del mango siciliano va da metà agosto a ottobre per le varietà come Kensington Pride, Glenn e Maya, la prima tra queste si inoltra fino alla prima decade di ottobre, mentre le varietà Kent e Keitt arrivano fino a novembre, ma in piccole quantità.

"Quest'anno il prodotto siciliano è stato di ottima qualità - ha spiegato l'imprenditore - e il consumatore inizia a conoscerlo e riconoscerlo sui banchi dell'ortofrutta. La presentazione ha una grande importanza e deve puntare su un frutto con buccia spessa, picciolo consistente e un aspetto cromatico attraente".

"Il mio desiderio da produttore – ha concluso Amata - è quello di vedere un marchio del mango siciliano alla cui base vi sia un protocollo di gestione agronomica uguale per tutti, in modo che la filiera possa distinguersi per un frutto dalla massima qualità organolettica".