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Raccolta kiwi, il commento di un produttore romagnolo

"Ottimismo sui prezzi per chi ha calibri elevati"

La raccolta del kiwi verde è in pieno svolgimento in provincia di Forlì. Domenico Cappelli ne coltiva circa 7 ettari ed è soddisfatto dell'andamento. "Conferisco i kiwi a un commerciante di fiducia - afferma - con il quale ho un rapporto consolidato. I frutti di buon calibro hanno mercato e permettono di fare reddito. Quelli piccoli, invece, no".

Kiwi dell'azienda Cappelli di Forlì. La raccolta terminerà attorno al 6 novembre

Secondo Cappelli, chi ha piccoli calibri quest'anno avrà brutte sorprese. "Con l'aumento dei costi di produzione, serve avere liquidazioni di un certo livello. Pare invece che i calibri non idonei saranno molto penalizzati. Io ho investito molto per ottenere pezzature importanti e questo mi ha ripagato".

Confronto con un pacchetto di sigarette

Cappelli ha diradato prima i fiori e poi i frutti, in modo da ottenere una carica di fruttificazione minore, ma con esemplari di peso unitario maggiore. "Non raggiungerò i livelli dello scorso anno, quando registrai una media di 113 grammi a frutto, ma dovrei attestarmi sui 108-110 grammi. Per ottenere questo, oltre al diradamento ho investito molto in concimazioni: a causa dell'aumento dei costi, sono arrivato a spendere 5000 euro a ettaro".

Anche l'irrigazione è salita alle stelle. L'acqua è passata da 13 a 25 centesimi al metro cubo, precisa l'agricoltore, "ma non si può risparmiare sull'irrigazione. Io ne effettuo una doppia: a goccia di notte e con microirrigatori di giorno. In tal modo, ho ottenuto kiwi di alta qualità".

Cappelli afferma che "quest'anno il costo di produzione al kg, almeno nella mia azienda, supera i 70 centesimi. Ovviamente, è un conto economico fatto come si deve, con tutte le voci che un'azienda deve inserire in un bilancio serio. Quello che, purtroppo, molto spesso in azienda non si fa".

Un'ultima annotazione sul kiwi di importazione. "Troppo spesso si vedono partite di kiwi marchiate come italiane che, a causa dei bassi prezzi, non possono esserlo davvero. Credo che ci siano piccoli commercianti e "bagarini" che importano da nazioni a prezzo basso e poi cambiano l'etichetta. Una di quelle cose che tutti sanno. ma che si fa finta di non vedere".