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Il punto sulla stagione del pistacchio di Bronte 2022

"Quest'anno non c'è stato praticamente alcun raccolto, vista l'alternanza produttiva degli alberi che comporta anni di fruttificazione e anni di assenza di frutto. Abbiamo semplicemente tolto le gemme a frutto per far riposare la pianta, sebbene la commercializzazione, fin qui, non sia mai fermata". A dirlo è Alfio Paparo, componente del direttivo del Consorzio di Tutela del Pistacchio di Bronte DOP.

Alfio Paparo

"La degemmazione è un'importante azione per la coltivazione del pistacchio di Bronte - ha proseguito l'esperto - e svolge una duplice funzione: la prima, come già accennato, consente alle piante di riposare e le rende più forti per la stagione di carica produttiva, che sarà l'anno prossimo; la seconda, invece, attiene alla prevenzione dagli insetti nocivi che, in questo modo, vengono combattuti in maniera naturale".

"Sebbene non ci sia stata raccolta, anche quest'anno abbiamo continuato a commercializzare il nostro prodotto - ha spiegato Paparo - che continua a essere richiesto sui principali mercati italiani ed internazionali. È chiaro che, in un'annata di scarica come il 2022, parliamo del prodotto raccolto l'anno precedente; cionondimeno, il pistacchio sgusciato si attesta a un prezzo di 45-50 €/kg, mentre quello in guscio ha una quotazione di punta anche di 17 €/kg. Le scorte sono piuttosto esigue perché ormai giunte al termine, aspettiamo quindi la nuova raccolta, che avverrà nel mese di settembre 2023".

"Per quanto riguarda la gestione delle piante, quest'anno non abbiamo da segnalare particolari problemi e lo stadio fenologico è in condizioni ottimali - ha rivelato Paparo - Non appena gli alberi entreranno in riposo vegetativo, tra 20 giorni circa, procederemo con le potature. I mercati continuano a rispondere bene e a richiedere il prodotto con ampio anticipo sulla raccolta. Il pistacchio certificato DOP è molto richiesto sia in Italia, sia nel resto d'Europa ma anche a Taiwan, Singapore, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita".

"Attendiamo adesso l'anno prossimo, nella speranza di non avere problemi per la manodopera che negli ultimi anni ha difettato anche nei nostri areali - ha concluso l'intervistato - Altra criticità comune a tutti i rami dell'agricoltura è lo spaventoso aumento dei costi di produzione per concimi, fitofarmaci, materie prime e costi energetici. Crediamo sia giusto attenderci opportuni aiuti da parte dello Stato che ha il dovere di soccorrere le aziende agricole, alla stregua di tutti i settori produttivi italiani".