Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Parla un produttore del Sud Italia

Pomodoro da industria: in dirittura d'arrivo una campagna faticosa

Nel Centro-Sud Italia, la campagna del pomodoro da industria è quasi al capolinea: tra circa due settimane, infatti, la maggior parte dei campi saranno raccolti, mettendo così fine a una delle stagioni più complicate dell'ultimo decennio.

Un'annata che, già a inizio primavera, si preannunciava piena di incertezze a causa dell'impennata dei costi di produzione e dell'andamento climatico, con un aumento delle spese e una riduzione delle rese per ettaro rispetto alla passata stagione. Abbiamo raccolto lo sfogo di un produttore (che preferisce rimanere anonimo) operante a Lavello, una delle località intensive per la produzione di pomodori in Basilicata.

"Una fatica immane, per noi produttori. A breve inizieremo a stilare i primi bilanci della campagna 2022 e capiremo se, dopo tutti i sacrifici economici e fisici, c'è stato quantomeno un degno margine di guadagno. Quest'anno, l'unica voce ad aver subito un incremento dei prezzi molto contenuto è stata proprio la piantina, per tutto il resto abbiamo registrato rincari a doppia cifra, che ci hanno destabilizzato a livello morale e aziendale. Ad aver avuto l'impatto più rilevante sono stati i costi dell'energia, del gasolio, degli impianti di irrigazione, dei fertilizzanti e degli antiparassitari. Anche le polizze assicurative contro gli eventi atmosferici sono aumentate. Menomale che la campagna sta per terminare: sarebbe infatti impossibile proseguire in queste condizioni", spiega l'imprenditore.

Anche il meteo sembra aver fatto la sua parte. "L'estate torrida e asciutta e le frequenti piogge di agosto hanno comportato una riduzione delle rese per ettaro di oltre il 25% rispetto alla campagna precedente. Con le alte temperature di giugno e luglio, gli aborti florali sono notevolmente aumentati, facendo così crescere anche la percentuale di scatolato. Fortunatamente le quotazioni, nel corso della stagione, sono lievitate di circa il 30%, permettendoci così di compensare la carenza di prodotto, ma non le maggiori spese dovute ai rincari generalizzati".

"Negli areali meridionali - conclude l'agricoltore - si è registrato un calo delle superfici investite di circa il 15%. Quest'anno, chi ha deciso di ridurre gli ettari coltivati a pomodoro o comunque di convertirli in produzioni più gestibili economicamente credo abbia fatto la scelta migliore".