A Legnago (Verona) si è svolta una serata per tenerne viva la memoria

Rodolfo Furiani, un sorriso fra i radicchi della sua Geofur

"Le radici profonde non gelano mai", così anche la memoria di uomini dalle salde radici come Rodolfo Furiani rimarrà sempre indelebile non solo dal punto di vista imprenditoriale, ma anche da quello umano. Il 14 settembre al teatro Salieri di Legnago (Verona) si è svolta una serata in memoria del fondatore di Geofur, azienda conosciuta in tutta Europa e specialista in radicchio. Furiani è deceduto il 6 luglio 2021, a 75 anni, dopo una malattia che in 7 mesi non gli ha lasciato scampo. Ma il suo ricordo è ancora vivissimo, testimoniato dalle oltre 200 persone intervenute alla serata.

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Il teatro A. Salieri di Legnago 

"Un anno fa, la perdita di mio padre - ha esordito la figlia Cristiana Furiani visibilmente emozionata - mi ha sconvolta tanto. Ora però siamo qui perché ho capito che, tenendo vivo il suo ricordo, lui è ancora con noi. E la vostra presenza lo dimostra e rincuora me e tutta la nostra famiglia. Lui ne sarebbe fiero, vi ringrazierebbe con il suo sorriso e la sua risata contagiosa".

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Oltre 200 le persone intervenute

La serata è stata anche l'occasione per presentare il volume "Rodolfo Furiani, storia di una passione" a cura di Lino Venturini e Giusi Venturini (Del Miglio Editore). Il ricavato della vendita viene devoluto all'associazione di volontariato LaCasaVolante. Testimonianze, aneddoti, letture, ricordi, foto e filmati sono stati intervallati dai brani musicali eseguiti da tre musicisti, I Virtuosi della Mito's (Pietro Salvaggio pianoforte, Nicola Rossin contrabbasso, Marcel Frumusachi violino). 

Sul palco

"Rodolfo aveva nel suo DNA il genio del venditore, e fra i commercianti era spesso riconosciuto come il più scaltro e d'esperienza", è stato detto. A lui si deve l'intuizione di professionalizzare la coltivazione dei radicchi veneti, coltivarli, lavorarli e venderli in prima persona non solo in Italia, ma in tutto il mondo, e delocalizzare la produzione in modo da avere continuità nella fornitura.

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L'editore Manuele Del Miglio, Cristiana Furiani, e i curatori del libro Lino Venturini e Giusi Venturini

Già a metà degli anni '80 intuì che i supermercati avrebbero rappresentato il futuro della vendita al dettaglio, e per questo impostò subito produzione e lavorazione in modo da soddisfare le esigenze della Gdo. "Ma nonostante avesse il piglio del grande imprenditore - ha ricordato Leonardo Odorizzi, amico di famiglia - Rodolfo mi ha lasciato il messaggio che un'azienda 'deve avere un cuore' al di là delle mere questioni economiche e commerciali quotidiane".

Liliana Furiani e Silvia Lucchini, sorella e moglie di Rodolfo

Rodolfo era un grande lavoratore, di umilissime origini, ma sapeva anche divertirsi in famiglia e con gli amici con delle formidabili serate a base di buon cibo e vino. 

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La testimonianza di alcuni amici. A destra, la nipote di Rodolfo Sofia Furiani, terza generazione in azienda

"I problemi sono fatti per essere affrontati e risolti, non perché ci soffochino", amava ripetere Furiani. A lui si deve la presenza del radicchio veneto negli Stati Uniti, come ha sottolineato il vicesindaco di Legnago Roberto Danieli, perché Furiani era un visionario con i piedi ben piantati per terra. 

L'editore Manuele Del Miglio, Cristiana Furiani, e i curatori del libro Lino Venturini e Giusi Venturini

Nato nel 1946, aveva iniziato a lavorare da ragazzino, come si usava un tempo. Fece anche il lavapiatti, poi con un carretto iniziò a raccogliere radicchio fra gli agricoltori e a rivenderlo. Ma capì ben presto che gli affari sarebbero venuti solo producendolo in proprio, partendo dal seme. Un'intuizione che, a quel tempo, nessuno aveva avuto. 

Foto di gruppo finale

"Ci ha lasciato un'azienda perfettamente organizzata - ha concluso Cristiana - perché nostro padre Rodolfo era davvero avanti 20 anni. Era un imprenditore affermato, ma sapeva ancora mantenere lo spirito di un bambino".  

Rodolfo Furiani, un sorriso fra i radicchi della sua Geofur


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