L'emergenza siccità sta portando maggiore interesse verso i pozzi profondi, con la necessità di effettuare pertanto nuovi scavi, così da andare a pescare l'acqua lì dove c'è. Tale operazione, però, se svolta in modo ordinario, richiede un anno per l'ottenimento dell'autorizzazione. Così gli agricoltori preferiscono scavare e non censire il nuovo pozzo, pur di salvare il raccolto.
"Nelle ultime settimane stiamo registrando un significativo aumento delle richieste da parte di aziende agricole che si ritrovano a fronteggiare serie difficoltà irrigue. Ci contattano da tutta Italia, in particolar modo da Veneto, Emilia Romagna, Friuli, Piemonte, ma anche Marche, Lazio e Sicilia. In determinati areali, il bisogno d'acqua per le coltivazioni è elevato, per questo gli imprenditori chiedono di accelerare le fasi di ricerca e perforazione, al fine di diminuire i tempi e i costi, a prescindere poi se il pozzo venga censito o meno". A spiegarlo è il pilota di droni della HydroHunter, Vincenzo Orso, società che ricerca acqua nel sottosuolo grazie a sistemi innovativi aerei e via terra.
"Ogni giorno inviamo dalle 4 alle 10 analisi preventive di affidabilità: un'indagine gratuita che forniamo al cliente per valutare e comunicare la fattibilità di trovare acqua nel terreno interessato. Solo al verificarsi delle giuste condizioni, inizia il nostro vero lavoro, cioè quello di scansionare il terreno con l'utilizzo di onde elettromagnetiche e attrezzature altamente tecnologiche, capaci di identificare la possibile presenza di acqua in profondità. L'operazione si conclude con una relazione tecnica da fornire poi alle società di perforazione. Siamo a conoscenza di quanto sia costosa la perforazione (circa 100 euro per ogni metro di profondità), per questo evitiamo di ingenerare false aspettative".
"I cambiamenti climatici stanno creando un serio abbassamento delle falde idriche sotterranee anche del 50%. Occorre scavare più in profondità per poter trovare discrete quantità d'acqua. Su tutta la penisola, poi, le reti, sia quelle irrigue che a uso potabile, sono obsolete e pertanto disperdono centinaia di litri al secondo. Necessitano quindi maggiori investimenti per la realizzazione di nuove condotte e sistemi di accumulo, questi ultimi ideali ad esempio quando si verificano nubifragi".
"Negli ultimi mesi, c'è anche chi ha cambiato idea sui pozzi e ha scelto invece di realizzare sistemi di raccolta delle acque piovane, ma il problema comunque persiste a causa della perdurante scarsezza delle precipitazioni, che rende questi lavori poco utili".
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