Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Emilia Romagna, la Maculatura bruna fa paura

Pero, danni da Alternaria anche al 50 per cento

In Emilia Romagna, quest'anno, la produzione delle pere è stata risparmiata dalle gelate, ma c'è in agguato il pericolo Alternaria (Maculatura bruna).

Abbiamo interpellato il tecnico Alessandro Passerini della zona di Ferrara per avere il suo punto di vista. "Penso che un danno del 5-10% sia ormai fisiologico, ma ho visto anche casi in cui il danno è arrivato al 40-50%. Le aziende che hanno la soglia più bassa hanno usato delle strategie agronomiche vincenti, che dovrebbero diventare prassi comune".

Nel dettaglio, si deve procedere con la rottura del cotico erboso, meglio se su tutta la superficie. Tornare alla fresa e agli attrezzi per lavorare il frutteto è fondamentale. In seconda battuta, l'uso del Tricoderma ha dato discreti risultati. Sul fronte trattamenti, è bene usare volumi di acqua come anni fa, i classici 10 quintali per ettaro. E quando si effettuano, servono velocità ridotte in funzione del sesto di impianto, e quindi della massa vegetale delle piante.

"Soprattutto - sottolinea il tecnico - vanno alternate le molecole nei vari trattamenti. Io consiglio di non effettuare mai due trattamenti consecutivi con la stessa molecola, al fine di non indurre resistenze".

E quando si progetta un nuovo impianto "è bene scegliere portinnesti rustici, e un sesto di impianto più largo, così da facilitare le lavorazioni sottofila. Con alcuni di questi accorgimenti - conclude Passerini - ho visto aziende limitare i danni al 5-10%. E' sempre grave e occorrono soluzioni risolutive, ma almeno l'annata l'hanno salvata".

L'agente patogeno è lo Stemphylium vesicarium, forma agamica dell'ascomicete Pleospora allii. Il microrganismo vive prevalentemente nella sua forma agamica di S. vesicarium, accrescendosi e moltiplicandosi anche saprofiticamente su residui vegetali e altro materiale organico.

Articoli Correlati → Vedi