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Soprattutto in Sicilia

L'enfiteusi rallenta o impedisce la compravendita di molti terreni agricoli

Un problema concreto, quello che si trascina da moltissimi anni e che rallenta o impedisce la compravendita di molti terreni agricoli. Si tratta essenzialmente del cosiddetto diritto di "livello", assimilabile a quello dell'enfiteusi, una problematica che in Sicilia (e forse non solo qui) si trascina da tantissimi anni. Accade, infatti, che in alcuni atti catastali, tipicamente quelli che riguardano i terreni agrari, nonostante si possieda il bene da decenni, vi risulti ancora la proprietà di vecchie baronie o enti ecclesiastici.

Dedalo Pignatone

Ne abbiamo parlato con Dedalo Pignatone, avvocato esperto in diritto agrario e facente parte della Commissione Agricoltura alla Camera. "Una questione che ha retaggi molto antichi, addirittura medioevali - ha detto Pignatone - e che oggi continua purtroppo in molti casi a creare problemi, in particolare in Sicilia e nel Sud Italia. Leggendo gli atti catastali, infatti, emerge che "il proprietario" del bene sia il Comune o altro ente, mentre chi ne è in possesso magari da generazioni viene definito solo un enfiteuta o un livellario. Di fatto, questo diritto nasceva diversi decenni fa, dove il proprietario del bene (solitamente un latifondista) stipulava con un coltivatore un diritto di enfiteusi o livello, dove cioè il coltivatore aveva il pieno possesso del bene ma doveva coltivarlo e migliorarlo, fornendo un compenso (una somma di denaro o parte dei frutti della terra - ndr) a chi gli concedeva il bene, che ne rimaneva l'effettivo proprietario".

"Nel corso dei decenni, spesso l'enfiteuta ha cominciato a comportarsi da proprietario - ha aggiunto l'esperto - non pagando più il canone o tramandando il fondo in eredità o vendendolo. Di fatto, però, almeno da un punto di vista catastale, la proprietà del latifondista è rimasta. Solitamente il problema emerge in sede di compravendita del bene, perché dai documenti emerge questa situazione".

E' possibile risolvere il problema?
"È possibile risolvere questo problema con alcune procedure, come, ad esempio l'affrancamento - ha chiarito il legale - Tuttavia è evidente che questa procedura rappresenta un peso burocratico ed economico in più, che può scoraggiare la compravendita. È chiaro che un compratore, tra un bene gravato da questo peso ed uno libero, preferirà quest'ultimo. Alcune regioni, come il Veneto, hanno emanato specifiche norme per semplificare l'eliminazione di questo vincolo, ma rimangono marginali e chiaramente applicabili solo a livello regionale. Il tema, oltre che i singoli cittadini, riguarda vari professionisti interessati alla compravendita dei terreni, tipicamente notai ed agenti immobiliari".

"Alla Camera dei Deputati - ha rivelato Pignatone - abbiamo presentato alcuni emendamenti che intendevano risolvere questo problema, ma al momento non hanno trovato parere favorevole. Purtroppo risolvere questo aspetto significa modificare la normativa civilistica, che richiede un'azione profonda. Per questo, da alcuni mesi siamo a lavoro con alcuni notai che si sono detti particolarmente sensibili al tema, oltre che con agenti immobiliari, per valutare una riforma quanto più organica ed efficace possibile".

Per maggiori informazioni:
[email protected]

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