Ieri ad Angri, in provincia di Salerno, in Campania, si è tenuto un incontro volto ad affrontare le problematiche dell'attuale campagna del pomodoro. Alla riunione ha partecipato la maggior parte delle Organizzazioni di Produttori del Centro Sud Italia, le quali hanno individuato un prezzo, condiviso, da proporre per la contrattazione.
Dopo un ampio dibattito e approfondite considerazioni, le Op presenti hanno convenuto che la proposta di prezzo iniziale fosse congrua e legittima; ma nello spirito di concorrere a una condivisione delle reciproche esigenze agroindustriali, hanno espresso una sofferta volontà comune di individuare un prezzo per la contrattazione, imprescindibile, che ammonta a 130,00 euro/tonnellata per il pomodoro tondo, a 140,00 euro/tonnellata per il pomodoro lungo da pelato, e a 220,00 euro/tonnellata per il pomodorino. Per il pomodoro da produzione biologica, ai suddetti prezzi si applica una maggiorazione del 30%. Tale posizione della parte agricola è assolutamente immodificabile.
Le OP, pur comprendendo le motivazioni riportate nella circolare Anicav dell'8 giugno 2022, ribadiscono alla parte industriale che i costi di produzione del pomodoro da avviare alla trasformazione sono aumentati. Questo viene confermato e certificato dall'ISMEA, che in una sua pubblicazione attesta come l'incremento dei costi di produzione sostenuti dalla parte agricola sia calcolabile in un +25% rispetto alla precedente campagna. Quindi non risulta possibile condividere la proposta avanzata da Anicav sui prezzi suggeriti per la contrattazione.
Le Organizzazioni dei Produttori del Centro Sud Italia propongono un incontro con l'intento di condividere una linea comune con il mondo industriale per l'imminente campagna.