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Portainnesti degli agrumi e clorosi ferrica, aspetti produttivi e impatti fitosanitari

E' opinione condivisa da molti che il confronto diretto fra ricercatori, tecnici e operatori economici sia lo strumento più idoneo per velocizzare l'innovazione e lo sviluppo di un settore o di un territorio.

Da qui è nato il "Progetto As-Prò", dove l'acronimo richiama l'aspro degli agrumi (As) e l'obiettivo del progetto (Prò). L'iniziativa è stata voluta da FCP Cerea che, insieme a Distretto degli Agrumi, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali, Enti di Ricerca, Agrobiotech e altri partner, hanno organizzato un evento tenutosi nella sala conferenza Oranfresh, per discutere in modo diverso dal solito di "Portinnesti degli agrumi e clorosi ferrica: aspetti produttivi e impatti fitosanitari".

Federica Argentati

A moderare i lavori c'era Federica Argentati, presidente del Distretto degli agrumi di Sicilia la quale, nella sua introduzione, ha definito il progetto "dagli obiettivi condivisibili e necessario per avviare un metodo nuovo di discussione che, con approccio multidisciplinare partecipato da tutti gli attori della filiera, possa esaminare diversi aspetti dell'innovazione in agrumicoltura, al fine di contribuire alla programmazione, al progresso e allo sviluppo dei territori".

Alberto Continella

Sul tema "Portainnesti innovativi per l'agrumicoltura italiana" ha parlato Alberto Continella (UniCT), illustrando lo stato delle ricerche sui portinnesti in vari paesi, prevalentemente con l'obiettivo di trovare soluzioni al dilagare dell'HLB. Si è quindi soffermato su alcune esperienze pluriennali già maturate in Sicilia, a seguito dell'epidemia del virus della Tristeza degli agrumi (CTV) che ha reso prioritario rimpiazzare l'arancio amaro con altri portinnesti tolleranti alle infezioni del virus, attivando un vero rinnovamento dell'agrumicoltura siciliana e italiana.

María Á. Forner Giner

María Á. Forner Giner e Mary-Rus Martínez Cuenca del Centro di Produzione Agrumi e Piante dell'Istituto Valenciano di Ricerca Agricola (IVIA) hanno poi illustrato (in videoconferenza) il ruolo del ferro nella fisiologia delle piante di agrumi, alla luce delle ricerche per comprendere i meccanismi genetici che sono alla base del fenomeno della clorosi ferrica.

Mary-Rus Martínez Cuenca

Sulla base di tali conoscenze, Giuseppe Ciuffreda (FCP Cerea) ha parlato di nanotecnologia e agrumicoltura, e in particolare del contributo che possono dare alcuni nanofertilizzanti nella mitigazione della clorosi ferrica. Dopo aver richiamato le numerose applicazioni delle nanotecnologie nei settori più disparati, fra cui l'agricoltura e le scienze ambientali, il relatore ha spiegato come il rilascio controllato di agrochimici, e la conseguente mitigazione dell'impatto chimico per effetto dei volumi più ridotti applicati, offrano prospettive interessanti sotto il profilo agronomico e ambientale e nella qualificazione delle produzioni.

Giuseppe Ciuffreda

Grazie alle dimensioni estremamente piccole, che amplificano la superficie di scambio e aumentano la reattività, i nanofertilizzanti, chiamati anche fertilizzanti smart, presentano una elevata biodisponibilità che li rende facilmente assorbiti dalle radici o dal fogliame. Al tempo stesso, il rilascio lento e controllato dei nutrienti consente l'impiego di quantità ridotte rispetto a molti fertilizzanti convenzionali (fino al 50%), con minore impatto sul terreno e le acque.

Antonino Catara

Effetti che lasciano ben sperare anche nella gestione innovativa delle malattie sistemiche floematiche, come hanno messo in evidenza Antonino Catara e Marcella Russo (Agrobiotech), sulla base di esperienze innovative ottenute in Florida nel contenimento dell'HLB, mediante somministrazioni di dosi elevate di micronutrienti direttamente a contatto delle radici delle piante affette. "Si intravedono potenzialità dei nanofertilizzanti nella mitigazione di malattie degli agrumi causate da organismi patogeni floematici, quali il virus della tristezza e i viroidi oltre ad HLB – ha detto Catara. Senza considerare che un equilibrio nutritivo consente alla pianta di meglio esprimere le proprie capacità naturali di resistenza a stress biotici e abiotici".

Giancarlo Roccuzzo

Giancarlo Roccuzzo (CREA- Acireale) ha esposto il contributo di "Agroecologia e servizi ecosistemici per la prevenzione delle microcarenze", richiamando l'attenzione sul fatto che risultati anche più risolutivi, seppur in tempi più lunghi, possono essere ottenuti con procedure di coltivazione più attente verso l'ambiente. Obiettivo primario è l'incremento della sostanza organica nel suolo, che fa aumentare la biodisponibilità dei micronutrienti nel suolo e l'efficienza di assorbimento delle piante.

In chiusura, Federica Argentati ha lanciato la proposta di un laboratorio permanente di idee e contenuti: "ALab - Distretto Agrumi", uno strumento sburocratizzato, inclusivo, che si affianchi all'attività del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia e che diventi laboratorio permanente di innovazione, attraverso un più serrato confronto tra il mondo imprenditoriale e la ricerca scientifica.