"Il 20% della carta vergine proveniva dalla Russia. Credo che questa quota mancherà, ma la situazione dovrebbe essere ancora abbastanza gestibile". Lo afferma Claudio Dall'Agata, direttore di Bestack, il Consorzio che raggruppa i produttori di packaging di cartone, aggiungendo: "La Scandinavia è l'area di maggior provenienza della cellulosa vergine, seguita dagli Stati Uniti. Come è noto, per l'alimentare la legge è molto rigida sulle percentuali di materia prima vergine".
Claudio Dall'Agata
"Fra qualche mese, a giugno, vedremo le conseguenze dell'attuale situazione internazionale, anche se l'aumento spropositato dei costi dell'energia ha interrotto momentaneamente la produzione in diverse cartiere. Occorre tentare di svincolarsi da queste logiche, così come da tutti i processi non governabili: credo si debba cominciare a valutare l'imballaggio non solo come fattore di costo, ma anche come elemento di incremento di valore dell'offerta".
Specie in ortofrutta, il mantra di Bestack è noto: se una confezione è lo strumento idoneo per far vendere di più e il consumatore ne riconosce la validità pagandolo di più, tutti possono trarne un beneficio.
"Il primo aprile ho lanciato uno scherzo, che in realtà voleva essere solo una provocazione: il packaging interattivo con il consumatore. Credo che il consumatore sia più pronto del mercato e ritengo che, prima o poi, arriveremo a un imballaggio parlante".
"Non ho la sfera di cristallo - conclude Dall'Agata - ma spero che, purtroppo non nel breve ma solo nel lungo periodo, si torni a una sorta di normalità, superando l'attuale situazione. In ogni caso, credo fermamente che la strada da intraprendere sia quella di dare un maggior valore all'ortofrutta anche grazie al packaging, così da rimanere sopra la linea di galleggiamento dei costi".
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