L'Africa offre ancora molte opportunità per le aziende ortofrutticole olandesi. "Il trasporto via mare non è semplice e ci sono ancora alcuni ostacoli. Ma è proprio in questo che la comunità imprenditoriale olandese può svolgere un ruolo importante", afferma Núria Vlonk-Cunha Soares del Netherlands-African Business Council (NABC).
Alberi di mango in Ghana
Le esportazioni di frutta e verdura biologica dal continente africano, sono in aumento. C’è sempre più richiesta, e spesso va ad aggiungersi a quella dei prodotti convenzionali. La domanda dai Paesi Bassi e, in particolare, da Germania, Austria, Svizzera e Scandinavia, è in crescita. "Quando c'è una maggiore domanda di zenzero, gli importatori iniziano a guardare ad altre aree, oltre alla Cina. Lo fanno per distribuire i rischi e soddisfare la domanda".
La NABC è un'organizzazione di 250 membri, che promuove il commercio tra i Paesi Bassi e l'Africa. Lo fa attraverso, ad esempio, viaggi commerciali, vari eventi su come fare affari in e con l'Africa, e attività di consulenza. Queste includono sessioni di matchmaking B2B durante eventi commerciali. "In occasione di fiere come Fruit Logistica e BioFach, gli esportatori entrano in contatto con il mercato europeo", spiega Núria.
"Agli abitanti del nord Europa piace vedere cosa acquistano, cosa che a volte è difficile da immaginare per gli esportatori. Partecipando a questi eventi, si rendono conto di quali requisiti devono soddisfare i prodotti. La qualità dei prodotti esportati, quindi, continua a migliorare", afferma Núria.
La NABC è convinta che ci siano molte opportunità e possibilità in Africa. "L'Africa è il luogo migliore, soprattutto dal punto di vista agricolo. C'è molta terra fertile disponibile".
Mango del Burkina Faso
Sono molti i fattori che determinano quali aree sono promettenti per il commercio europeo. Innanzitutto il clima, così come il livello di sviluppo della regione e quanto sia difficile o facile fare affari. C'è un porto, e qual è la situazione logistica? "In particolare, le aree da considerare sono l'Africa orientale e il Kenya. Anni fa, nessuno voleva gli avocado kenioti. Ora sono diventati un importante prodotto d’esportazione. Questi sviluppi potrebbero essere molto rapidi se i governi potenziassero le strutture, per facilitare le esportazioni", continua Soares.
I Paesi di lingua inglese come l'Uganda, il Ghana, il Kenya e la Nigeria sono quelli preferiti per il commercio estero. "Ci sono aree che all'inizio potrebbero sembrare più difficili, ma che offrono molte opportunità. L'Etiopia, ad esempio, dove abbonda la coltivazione di avocado, ha un clima variabile e i prodotti possono essere spediti in Europa attraverso il porto di Gibuti".
Questo porto è una risorsa particolarmente importante. L'Europa aviotrasporta sempre meno prodotti, perché lo considera imprudente. "La disponibilità di un porto è diventata molto importante. Per alcuni Paesi, questo è uno svantaggio. Il Mali, ad esempio, deve fare affidamento sul porto di Dakar in Senegal", afferma Núria.
Cambiamento climatico
Nei Paesi africani, i coltivatori spesso si trovano ad affrontare una carenza tecnologica e conoscitiva delle colture, oltre al cambiamento climatico e a risorse finanziarie limitate. Queste ultime valgono soprattutto per i coltivatori biologici, in quanto è necessaria la certificazione, a tutti i livelli della filiera. E per questo ci vogliono i soldi.
Avocado dall'Etiopia
Le società olandesi possono dare il loro contributo per quanto riguarda le altre sfide. Núria fa l’esempio del cambiamento climatico. "La Nigeria ospita oltre 200 milioni di persone e il numero cresce di milioni ogni anno. I coltivatori potrebbero trarre grandi benefici da sementi di varietà più resistenti ai cambiamenti climatici. Queste sementi aumenterebbero significativamente i raccolti".
Cooperazione più intensa
Il nuovo regolamento europeo sul biologico è diventato esecutivo all'inizio del 2022. Sebbene sia in vigore dal 1° gennaio, molte cose non sono ancora chiare. "Penso che queste nuove regole renderanno gli operatori più cooperativi fra loro, il che non è una brutta cosa. Sarà molto difficile per fornitori e importatori, quindi dovranno lavorare insieme", spiega Soares.
"Non puoi permetterti di commettere errori e tutti devono rispettare queste regole. Quindi, ci saranno meno commercianti scorretti sul mercato. Non è un caso che molti importatori stiano costruendo rapporti a lungo termine e investendo nel Paese d’origine dei loro prodotti, ad esempio, inviando degli agronomi. Possono così condividere la loro conoscenza delle colture e del suolo".
"Gli importatori e gli esportatori devono capire che il terreno è fondamentale per la buona crescita dei prodotti. Puoi avere ottimi impianti di confezionamento e buone linee di selezione, ma puoi usarli in modo ottimale solo se i prodotti sono di ottima qualità. I coltivatori possono prendersi cura del terreno in tutti i modi, ma poi si ritorna al know-how. È qualcosa in cui il business olandese può svolgere un ruolo importante", conclude Núria.
Per maggiori informazioni:
Núria Vlonk-Cunha Soares
NABC office The Netherlands
nuria.vlonk@nabc.nl
www.nabc.nl