Nelle colline meglio esposte della Romagna, alcune varietà precoci di albicocco hanno cominciato a "muovere" le gemme, come si dice in gergo. E questa è fonte di grossa preoccupazione, come conferma Glenda Vignoli, imprenditrice agricola di Riolo Terme (Ravenna).
"Già da un paio di giorni si nota che alcune varietà di albicocco stanno uscendo dal riposo invernale e le gemme hanno cominciato a rigonfiare. Questa sarebbe una cosa del tutto normale nel mese di marzo, ma entro la metà di febbraio lo è meno. E i rischi che si corrono rispetto alle gelate sono notevoli".
Foto scattata presso l'azienda di Glenda Vignoli (Riolo Terme, Ravenna) l'8 febbraio 2022
Sulle colline soleggiate di questa zona, la temperatura pomeridiana è stata, nelle ultime settimane, anche di 15-16°C senza nebbie e con tanta luce. Di notte non si è praticamente mai scesi sotto lo zero, a differenza delle zone di pianura, dove le nebbie hanno mantenuto una temperatura più rigida.
"Abbiamo timori di gelate perché da oggi a metà aprile, quando il pericolo può dirsi scongiurato, sarà lunga aspettare. In quattro stagioni, dal 2018 al 2021, solo nel 2019 non abbiamo avuto brinate tardive, mentre in tutte le altre annate abbiamo registrato danni più o meno gravi. Lo scorso anno, ad esempio, il freddo ha 'bruciato' il 60% delle albicocche, mentre nel 2020 l'80%".
Con i fiori che stanno per aprirsi, gli agricoltori sono dovuti intervenire con un trattamento precoce contro la cecidomia (Contarinia pruniflorum) un insetto che attacca precocemente l'apparato fiorale.