In Puglia, in particolare nell'agro di Castellaneta, in provincia di Taranto, il connubio tra coltivazione super-intensiva e meccanizzazione delle varie fasi colturali nei mandorleti risulta maggiormente remunerativa per i produttori. Specie negli ultimi tempi, in cui la manodopera scarseggia e i costi sono aumentati enormemente.
Ne abbiamo parlato con Domenico De Novellis dell'omonima azienda agricola di Castellaneta, socia dell'Organizzazione di produttori APOC dalla stagione 2016/17. A 52 anni di età, Domenico rappresenta la terza generazione di una famiglia di imprenditori agricoli, prima specializzati esclusivamente nella coltura di olive da olio e da mensa, poi anche di arance, limoni, uva da tavola (con e senza semi) e da vino, e mandorle appunto.
"Lavoriamo complessivamente su un areale di 50 ettari, di cui 10 dedicati a mandorleti - racconta De Novellis - L'idea della coltivazione super-intensiva nasce da due necessità: lo scarso cambio generazionale in agricoltura, negli ultimi anni; l'aumento dei costi di manodopera. Bisognava quindi trovare la soluzione ottimale affinché coltivare mandorle risultasse nuovamente remunerativo".
L'anno dopo essere entrato nella base sociale della Op APOC, nel 2017, De Novellis ha cominciato a coltivare mandorle. "Il frutto può essere venduto sia verde per il consumo fresco sia secco. Grazie ai consigli dei tecnici APOC, non solo abbiamo optato per questa coltura, ma abbiamo scelto di coltivarla con impianti super-intensivi, dove le piante entrano in piena produzione già al terzo anno, invece degli 8-10 anni di una coltivazione intensiva".
"Nei nostri 10 ettari in campo aperto, abbiamo scelto la varietà Guara o Tuono, con sesti di impianto di 1,20x3,50 metri e un'elevata densità di piante: da 1700 a 2300 per ettaro su portinnesto brevettato Rootpac 20. Gli impianti sono smart tree, cioè la pianta diventa autoportante e non raggiunge un'altezza superiore a 2,50 metri", spiega De Novellis. "Se nei primi anni si ha l'esigenza di coltivare manualmente, dal terzo anno in poi è possibile l'uso di mezzi meccanici, che risolvono i problemi di disponibilità e dei costi di manodopera. In sole 2 ore, una persona svolge il lavoro di 10 operai".
"Essere soci della APOC ci ha consentito di raggiungere, attraverso l'ufficio commerciale della Op, migliori risultati e ci ha, inoltre, permesso di ricevere contributi del Programma Operativo per l'acquisto di mezzi meccanici, come ad esempio una potatrice meccanica, un atomizzatore e un trinciaerba - aggiunge De Novellis - Il mio rammarico è di non essermi associato molto prima alla Op, perché tra i vantaggi c'è quello di avere la possibilità di far quadrare i conti".
Riguardo all'irrigazione, infine, l'imprenditore pugliese evidenzia: "Viene eseguita per mezzo di ala gocciolante, autocompensante, con erogatori posti sul terreno ogni 50 cm. Il mandorlo non ha bisogno di molta acqua, ma tenendo presenti i problemi di siccità che registriamo ogni anno, questa maniera di irrigare agevola il problema e lo fa con risorse idriche minime".
Campagna 2022
Il mandorlo teme il gelo e la grandine. "Lo sappiamo bene, specie dopo la stagione scorsa, in cui abbiamo raccolto davvero limitate quantità di prodotto. Per quest'anno siamo più fiduciosi, gelate permettendo: dovremmo cominciare a raccogliere volumi soddisfacenti di mandorle, da fine agosto - dichiara De Novellis - Stiamo, inoltre, cercando di far sviluppare la coltivazione di mandorle anche in altre aziende. Il territorio di Castellaneta era ricco di mandorleti, poi purtroppo espiantati per mancanza di reddito".
"La produzione italiana di mandorle non è sufficiente per il fabbisogno nazionale. Infatti, il nostro Paese importa grandi quantitativi di prodotto dall'estero, in particolare dalla California e dalla Spagna", conclude l'imprenditore.
Per maggiori informazioni:
Domenico De Novellis
Azienda agricola De Novellis Domenico
Castellaneta (TA)
Tel.: +39 (0)99 8493926
APOC
Via R. Wagner K1 (P.co Arbostella)
84131 Salerno - Italy
Tel.: +39 089 331758
Web: www.apocsalerno.it