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Il Veneto continua a perdere superfici coltivate a frutta

Prezzi bassi e malattie spingono gli agricoltori a cambiare il volto frutticolo del Veneto. La scorsa settimana, durante l'assemblea di Fruitimprese Veneto, il presidente Stefano Pezzo ha riportato alcuni dati statistici poco confortanti sul fronte regionale, mentre molto più positivi sono stati quelli nazionali sul fronte dell'export.

Un momento dell'assemblea di Fruitimprese Veneto il 16 dicembre 2021

"Le superfici coltivate a frutta - ha detto il presidente - sono in diminuzione. Ad esempio, pesche e nettarine sono arrivate a 1.725 ettari nel 2020, segnando un calo del 15%. Per le pere siamo a 2.561 ha, -10%; le ciliegie perdono il 4% delle superfici (2010 ettari), mentre le mele sono pressoché stabili con circa seimila ettari (-0,3% sul 2019). Anche il kiwi perde un 4%".

Il presidente ha poi illustrato i dati dell'export italiano per il periodo gennaio-settembre 2021 raffrontato all'anno precedente. A livello nazionale, per le mele c'è stato un aumento di quantità del 5,59 per cento e un valore dell'11%. Idem per le pere, con un aumento in valore del 10,76%. 

Stefano Pezzo

"Ancora migliori - ha detto Pezzo - i dati sull'esportazione nazionale di kiwi, aumentate del 12.74% in valore e del 6,88% in volume. Netto aumento per pesche e nettarine: le quantità sono aumentate di pari passo al valore, con un +25%. Ma il re delle referenze è stato il radicchio, con un export in crescita del 71,66% e un valore in più del 100% sul 2020". 

Unico trend negativo quello delle esportazioni delle carote, calate del 13% in volume e del 6,2% nel valore.