L'aglio nero contiene tantissime proprietà benefiche, in particolare abbassa il livello di colesterolo cattivo nel sangue e l'alto contenuto di glicemia. Si tratta di un fermentato ad alte temperature, in clima umido, dall'odore meno acre del suo corrispettivo crudo e dal sapore molto più tenue.
Si può consumare crudo o cotto, spalmato su del pane, per insaporire le zuppe, o il pesce, o in infusione. I nutrizionisti ne raccomandano il consumo regolare per i suoi molteplici benefici per la salute dell'uomo. Vediamone alcuni tra i più importanti.
Protegge la salute del cervello
L'aglio nero aiuta a prevenire le infezioni che potrebbero formarsi nel cervello per accumulo di una proteina dannosa chiamata beta-amiloide. Questa proteina favorisce il progredire di malattie degenerative come il morbo di Alzheimer, diminuendo drasticamente l'attenzione e soprattutto la memoria. Il consumo regolare di aglio nero tiene a freno l'azione pericolosa della beta-amiloide, preservando la salute del cervello.
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Tiene a bada il livello di colesterolo
Mangiare l'aglio nero aiuta anche a prevenire le malattie del cuore in quanto favorisce l'aumento del colesterolo buono (HDL) tenendo a bada i livelli di quello cattivo. Si allontana così il pericolo di ostruzione delle arterie, infarti e altre problematiche cardiache e cardiovascolari.
Controlla la glicemia
Chi consuma molti grassi e zuccheri potrebbe avere a che fare con regolari problemi di picchi glicemici, dannosi per la salute. L'aglio nero, oltre ad aumentare il colesterolo buono, diminuisce le infiammazioni e il senso di appetito. Inoltre tiene a bada i livelli di zuccheri nel sangue.
Migliora le funzioni epatiche
Il consumo della variante scura dell'aglio, specie in infusione, permette di sprigionare tutte le sue proprietà benefiche. Una in particolare riguarda la protezione del fegato da germi, batteri e medicine potenti che potrebbero danneggiarlo. Anche in caso di consumo di alcol cronico, l'aglio nero può migliorare notevolmente le funzioni epatiche ed è estremamente consigliato.
Fonte: Inran