Una delle problematiche da affrontare, durante l'attuale campagna agrumicola, sarà la scarsa disponibilità di arance. "Per quanto mi riguarda - spiega dall'arco ionico l'imprenditore pugliese Domenico Maraglino - avrò almeno il 60% di prodotto in meno rispetto a un'annata produttiva normale. Su ogni pianta ci sono dai 20 ai 30 frutti e, comunque, non si superano i 15 kg, contro i 60 kg/pianta delle stagioni passate. In qualsiasi aranceto italiano, è evidente il significativo calo produttivo. Non sarà sicuramente un ottimo periodo, ma mi auguro che almeno le quotazioni siano medio-alte".
Nella foto a sinistra, pianta di agrumi (varietà Navelina) con pochi frutti. A destra, pezzatura e colorazione attuale della produzione. Foto scattate il 26 ottobre 2021.
"Come volumi che andrò a vendere sto messo molto male, anche perché quello scarso 40% di prodotto presente sulle piante ha un calibro eccessivo e pertanto commercializzabile soltanto in determinati canali. Infatti, quest'anno non credo di conferire all'organizzazione alla quale sono iscritto, ma cercherò di vendere quelle poche arance in modo autonomo. I frutti hanno un diametro variabile di 100/120 mm, con buccia spessa e rugosa. Credo di iniziare la raccolta della varietà Navelina nella seconda decade di novembre, ma ciò dipenderà soprattutto dall'andamento climatico e dal sbalzo termico, quest'ultimo determinante per un'omogenea invaiatura. Al momento, i frutti hanno una colorazione del 15%".
"Nella mia stessa situazione si ritrovano anche diversi colleghi e amici. La carenza produttiva si registra in tutte le zone agrumicole e sono soprattutto le arance ad aver pagato il prezzo più alto di un clima anomalo, dapprima con il gelo e poi con caldo e siccità. Le gelate di inizio aprile, verificatesi in corrispondenza dell'apertura delle gemme, hanno compromesso i quantitativi. Dove la ventilazione è stata assente, come nel mio appezzamento, i danni sono ancora più elevati. A livello produttivo è ormai fatta, staremo a vedere cosa succederà sui mercati".