Fra una settimana comincerà la raccolta del kako Tipo in Emilia Romagna, ma le prospettive sono tutt'altro che rosee, almeno dal punto di vista dei quantitativi. Il calo è generalizzato, a causa sia delle gelate primaverili, sia degli stress climatici dovuti alla siccità in estate.
"Per il kako Tipo dell'Emilia Romagna - afferma Mirco Zoffoli, mediatore ortofrutticolo - mi attendo una riduzione del 40% rispetto al 2020, che già era stata un'annata piuttosto scarsa. Poi vi sono certamente delle eccezioni per certe zone e certe aziende, ma di sicuro vi è un calo generalizzato. Le aree collinari sembrano essere meno penalizzate rispetto a quelle della pianura".
La campagna ha un ritardo di circa 7 giorni rispetto al "normale", anche se ormai è sempre più difficile parlare di normalità. Molti impianti di kaki hanno subito, o stanno subendo, fenomeni di cascola molto accentuati.
"Risulta sempre più importante ottenere frutti di calibri importanti - aggiunge Zoffoli - dal 22 in su, meglio ancora se 24. Quest'anno sarà difficile raggiungere pezzature elevate, in quanto la siccità ha penalizzato la coltura, ma ormai vediamo che i mercati premiano la pezzatura. Ed è sempre più chiaro che, per fare reddito, occorre pensare a irrigazione e fertirrigazione: fino a qualche anno fa si poteva anche lasciare la coltura a se stessa, ma ormai non è più così".
Per il Rojo Brillante, l'annata in Emilia Romagna si prospetta ancora peggiore, in quanto durante la gelata questa tipologia era in piena fioritura. Alcune aziende lamentano perdite perfino superiori al 70%.
Grandine in zona Valencia (Spagna)
"Da aziende che conosco a Valencia, in Spagna - conclude Zoffoli - ho saputo che anche là non se la passano bene. Una recente grandinata ha danneggiato molta parte della produzione, quando già era previsto un calo del 20%. E' probabile che il 2021 sarà ricordato come un'annata dai prezzi piuttosto alti, per i cachi".