Ancora non vi sono dati ufficiali, ma di una cosa si è certi visitando i padiglioni di Macfrut 2021 a Rimini: martedì e mercoledì ci sono stati molti più visitatori in confronto ai rispettivi giorni delle passate edizioni. Solo i dati che Cesena Fiera vorrà rendere noto potrà confermare se si tratta di un Macfrut molto frequentato oppure no, ma di certo la percezione e i riscontri sono positivi.
Martedì l'afflusso è stato notevole fin dall'apertura, per poi scemare nel pomeriggio, mentre mercoledì, la giornata centrale, c'è stata più costanza e solo dopo metà pomeriggio i corridoi si sono svuotati.
Abbiamo intervistato quasi un centinaio di espositori e la maggior parte di loro ha espresso una piacevole sorpresa per come stanno andando le cose: "Non credevo potesse esserci così tanta gente. Probabilmente la voglia di rivedersi e tornare in presenza, in tutta sicurezza, ha superato di gran lunga i piccoli disagi dei green pass e tamponi, delle file all'ingresso all'apertura e dello stare tutto il tempo con la mascherina". Questo il pensiero ricorrente parlando con tanti espositori.
Non mancano però anche voci diverse, come ogni fiera che si rispetti: "Nella nostra zona il flusso di gente non è stato molto elevato - hanno detto alcuni espositori - e ci sono stati pochi momenti con parecchia gente".
Macfrut 2021 sarà ricordata anche per la copertura mediatica: nei padiglioni si è aggirato una troupe di Canale 5 (due servizi), della Rai (TG1, Tg3, Rainews), più tantissime tv regionali. Nella zona finale delle piscine vi è la postazione di Agrilinea a disposizione delle imprese che abbiano novità da comunicare. Al di là delle riviste specializzate, anche giornali cartacei e online generalisti hanno coperto l'evento. Diverse aziende si sono organizzate in proprio con dirette online, poi riversate in circuiti televisivi regionali.
Oggi giovedì 9 settembre si conclude questa edizione di Macfrut che ha segnato il ritorno alle fiere dal febbraio 2020 (a Berlino): un segnale di rinascita per un settore che guarda al futuro con ottimismo. Basterebbe un po' più di organizzazione di filiera e probabilmente l'Italia ortofrutticola potrebbe dettare legge in Europa e nel mondo.