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Alcune testimonianze

Puglia: ondata di maltempo sul Gargano danneggia pomodoro, uva da tavola e altre colture appena trapiantate

Centinaia di ettari coltivati a ortaggi, vigneti, angurie e meloni sono stati sommersi dalla furia dell'acqua, con le strade trasformate in fiumi e le strutture agricole distrutte e allagate. E' questo il quadro devastante dell'ondata di maltempo che ha colpito il Gargano (Puglia) lunedì 19 luglio 2021 e che possiamo soltanto testimoniare con le immagini e con l'amarezza delle dichiarazioni dei produttori che sono giunte in queste ore.

Coltivazioni di pomodoro allagate

Dopo circa 24 ore dagli eventi climatici estremi, FreshPlaza ha raccolto alcuni commenti di operatori e tecnici che lavorano negli areali più colpiti dal maltempo. "Dalle prime ore del mattino del 19 luglio e nel giro di poco tempo, i terreni interessati - tra San Severo, San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis - sono stati inondati da circa 250 mm di pioggia nell'arco di quattro ore. Sebbene sia ancora prematuro, stiamo facendo la conta dei danni, che stimiamo abbiano interessato dai 450 ai 500 ettari di superfici investite, soprattutto nella produzione di orticole". E' questo il commento di Pietro Bergantino, agronomo e titolare di un'agenzia del gruppo Consorzio Agrario d'Italia (CAI).

"Ci troviamo nella Capitanata (in Puglia) - precisa Pietro Bergantino - l'areale più importante del centro sud Italia per la produzione di pomodoro da industria. Pertanto i terreni più colpiti risultano essere quelli destinati a tale produzione, che si trovava in una fase avanzata di maturazione o prossima alla raccolta. Si rilevano danni anche alle colture di asparago, cavolo broccolo e finocchio, presso le aziende che da una decina di giorni hanno iniziato i trapianti delle giovani piantine".

Giosuè Del Vecchio, assessore all'agricoltura del Comune di Rignano Garganico (FG) e titolare dell'azienda agricola Fratelli Del Vecchio ha dichiarato: "I danni nelle aree agricole colpite a ridosso di Rignano Garganico sono ingenti: abbiamo avuto paura anche per le persone che sono rimaste isolate nelle zone allagate. Siamo di fronte a un disastro che ha distrutto non solo colture, ma anche opifici, serre e infrastrutture. Adesso servirà una conta dei danni, per stabilire se ci siano gli estremi per dichiarare lo stato di calamità. L'appello è alla politica, adesso! Ci sentiamo abbandonati, come se il Gargano non facesse parte della Puglia: forse non è chiaro che qui ci sono intere aziende agricole che sono sott'acqua in uno scenario di devastazione".

Giovanni Terrenzio presidente di Prima Bio, società cooperativa produttrice di vari ortaggi, in particolare cavolo broccolo e asparago biologici, testimonia: "A Rignano Garganico (FG) le alluvioni hanno distrutto e trascinato via per oltre 1 km 18.000 mq di serre. Il danno alle infrastrutture e alle produzioni ricadrà su tutta la filiera perché, oltre alle serre, abbiamo perso anche le piantine di cavolo broccolo precoce che proprio oggi (mercoledì 21 luglio 2021) avremmo dovuto consegnare alle aziende agricole del luogo. In campo, invece, abbiamo perso 15 ettari di pomodoro sui 25 totali in fase avanzata di maturazione. E' stata una catastrofe che ha interessato, in tutta la zona del Gargano, circa 3.000 ettari di terreni agricoli allagati, con la perdita di oltre 500 ettari di orticole. Prima Bio è una delle aziende più colpite ma non ci abbattiamo: andremo avanti, anche se resta l'amarezza nel vedere che, in un attimo, abbiamo perduto ciò che avevamo costruito in 40 anni di lavoro!".

"Nella notte tra il 18 e 19 luglio, e fino alla tarda mattinata, si è verificato l'inverosimile - aggiunge da parte sua Marco Nicastro, presidente dell'Op Mediterraneo - Nubifragi e forti raffiche di vento hanno provocato allagamenti e ruscellamenti di acqua. Il fiume Candelaro, esondando, ha inondato i terreni circostanti".

"Siamo vicini a tutti i produttori colpiti, i quali già devono fare i conti con vicissitudini commerciali molto difficili, a causa delle basse remunerazioni. Situazioni che non fanno altro che demoralizzare ancora di più queste aziende agricole, le quali avrebbero potuto vivere un momento di rilancio e invece assistono impotenti alla distruzione dei loro campi".

"E' un periodo storico particolare - conclude Marco Nicastro - Durante i mesi di lockdown, non ci siamo mai fermati: abbiamo sempre lottato, coltivato e programmato, nonostante le mille difficoltà legate all'emergenza sanitaria e ai rincari delle materie prime. Molti sono gli imprenditori che, come me, stanno formando con lungimiranza i propri figli, perché possano iniziare a prendere in mano le redini delle nostre attività. Però, subire anche le conseguenze delle intemperie diventa deprimente e demotivante per queste giovani leve, che noi, invece, vorremmo accompagnare, affinché siano loro il futuro dell'agricoltura".

Autori: Concetta Di Lunardo e Vincenzo Iannuzziello