E' stato lanciato sul mercato il melone liscio Honey Moon certificato a residuo zero da Bureau Veritas. A farlo, è stata l'Organizzazione di produttori Bristol, specializzata nella produzione e commercializzazione di meloni e angurie di alta qualità.
"Residuo zero si traduce con il 100% dei residui minimi quantificabili, ossia 0,01 ppm o mg/kg, non derivanti da prodotti chimici di sintesi. Il nostro disciplinare di produzione a residuo zero prevede una linea tecnica di difesa, in cui non abbiamo inserito tali prodotti. Il nostro melone segue, quindi, la nuova direzione europea sulla transizione ecologica e su un maggiore rispetto dell'ambiente anche in ambito agricolo", dichiara Tommaso Concari, responsabile tecnico del controllo delle produzioni in campo e responsabile gestione sistemi qualità della Op.
"Il nostro residuo zero è diverso: le colture non vengono assolutamente trattate con prodotti agrofarmaci residuali, ma usiamo solo agrofarmaci di derivazione naturale, come bicarbonato di potassio e sapone molle, e derivazione biologica, come zolfo e rame. Utilizziamo, inoltre, insetti utili antagonisti, come le coccinelle. Puntiamo a un'agricoltura più sana per le piante e per i consumatori".
"In più, abbiamo sfruttato la genetica favorevole del nostro melone Honey Moon: al suo interno presenta, infatti, un gene VAT di resistenza agli afidi. Non parliamo perciò di un organismo geneticamente modificato, ma derivante da vari incroci - sottolinea Concari - E' un valore aggiunto del tutto naturale, che ci dà una marcia in più".
La filiera del melone a residuo zero
"Il nostro è stato un lungo viaggio. Abbiamo portato avanti sperimentazioni in campagna per tre anni. Il nostro melone liscio a residuo zero viene coltivato, al momento, in sole tre aziende selezionate: una a Bologna, una a Mantova (in coltura protetta) e una in Abruzzo (in campo aperto). Questo ci permette di avere disponibilità di prodotto da fine maggio a metà settembre. La certificazione a residuo zero si basa su un'altra certificazione che abbiamo, la ISO 2005, che riguarda la rintracciabilità/tracciabilità della filiera, dal seme al frutto nella cassetta", continua il responsabile tecnico.
Considerando gli eventi climatici avversi di aprile, il prodotto risulta più limitato, quest'anno. "Siamo partiti nei giorni scorsi con la commercializzazione dei primi volumi, dopo il benestare dell'ente certificatore. Quest'anno la resa produttiva sarà di circa 50-70 tonnellate, fino ad arrivare a 150 ton annue nelle prossime stagioni. Già dal prossimo anno, speriamo di avere una piena disponibilità del nostro melone liscio a residuo zero, da fine maggio/inizi giugno".
Secondo Concari, i mercati italiani mostrano un discreto interesse e si prospetta, al momento, solo la vendita in Italia. Nei prossimi anni si vedrà, anche con l'aumentare dei volumi di produzione. Con la Grande distribuzione organizzata si sta cercando di aprire un canale, per vagliare la predisposizione alla novità.
"Il nostro melone liscio Honey Moon a residuo zero si presenta in un packaging classico 30x40, da 4 o 6 frutti. Abbiamo optato però per dei colori diversi al fine di diversificarlo dal resto della nostra gamma", conclude Concari.
Per maggiori informazioni: bristolgroup.it