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Il ciliegio va in Romagna

Pur stabile nei numeri relativi a superfici e produzioni, la cerasicoltura nazionale sta cambiando forma. Dopo l'esplosione pugliese del ventennio in corso con 18mila ettari investiti a ciliegio sui 30mila nazionali, ora piccole realtà produttive stanno emergendo e soprattutto crescendo.

Se parliamo di Romagna, il dato relativo agli investimenti su ciliegio è significativo. Mentre il territorio regionale rimane fermo a sui 2000 ettari, le aree romagnole crescono, anno dopo anno. Nelle tre province romagnole (RA-FC-RN) si contano quasi 800 ha, di cui il 30% di nuovi impianti in allenamento. Il comprensorio vignolese (MO e BO) scende da 1500 a 1000 ha con appena il 10% di nuovi impianti.


Superfici investite a ciliegio in Emilia Romagna dal 2007 al 2020. Fonte ISTAT

Abbiamo chiesto qualche anticipazione al dott. Stefano Lugli (nella foto a  destra) di UniMORE , il coordinatore del simposio internazionale del ciliegio che sta per prendere luce grazie alla collaborazione di tre Università e insieme ai convener del convegno: prof.ssa Brunella Morandi di UniBO e prof. Davide Neri di UniPM e la Fondazione CEUB di Bertinoro.

Perché in Romagna? 

"Dove ci sono aree vocate, il ciliegio trova terreno fertile per crescere perché rimane tuttora una coltura da alto reddito, almeno da noi. La crescita degli investimenti di ciliegio in Romagna credo sia stata favorita dalla crisi della peschicoltura locale e dai problemi fitosanitari che hanno interessato il kiwi. Nel frattempo, grandi cooperative come Agrintesa e Apofruit hanno iniziato a sperimentare e proporre sistemi di impianto innovativi, nuove varietà, tecniche di produzione ecocompatibili, biologiche e biodinamiche, nuove tecnologie di selezione, lavorazione e confezionamento del prodotto. I risultati ottenuti testimoniano che il ciliegio ha una ampia adattabilità a terreni e climi diversi, purché vocate. La ciliegia prodotta in Romagna non ha nulla da invidiare a quella prodotta in altri areali regionali e nazionali, sia in termini di rese produttive che di qualità e salubrità".


Enzo Trapani con la moglie Simonetta produce ciliegie biodinamiche a Cesena per il Gruppo Apofruit

Ci può dare qualche anticipazione su come sarà strutturato il simposio di Bertinoro di fine maggio 2022?

"Sarà in modalità mista, in presenza con una capienza di 400 posti e visibile in diretta streaming mondiale per chi vorrà seguirlo a distanza. Stiamo lavorando per renderlo fruibile a tutti, in varie lingue. A Bertinoro inviteremo 10 relatori di fama internazionale che relazioneranno sulle varie tematiche del ciliegio e ci aggiorneranno sugli ultimissimi risultati ottenuti dalla ricerca".

Ceraseto ad alta densità nel faentino con Maurizio Castellari di Agrintesa

Ci saranno altri momenti?

"Ci stiamo organizzando per dare la possibilità ai partecipanti del simposio di toccare con mano le innovazioni con due visite tecniche nel secondo giorno. Una sulla realtà faentina, l'altra su quella del cesenate. Visite guidate in campo e negli stabilimenti di lavorazione delle ciliegie. Daremo ampia visibilità anche agli sponsor sia a Bertinoro durante le visite. Inoltre, nei due giorni precedenti al simposio, verrà data la possibilità a 30-40 giovani ricercatori di seguire in presenza, gratuita, una scuola di dottorato a loro dedicata. Una full immersion di sapere a stretto contatto con i migliori luminari della scienza in frutticoltura".

Data di pubblicazione: