"Al momento, le mandorle nei frutteti si presentano quasi del calibro pieno. Il guscio all'interno della drupa verde dovrebbe aver raggiunto già la dimensione finale. Dentro, troviamo il seme che è la parte che si mangia di solito. La buccia che ricopre il seme è al momento ancora bianca e più acquosa di quanto siamo abituati a vedere".
A sostenerlo è Danielle Veenstra (nella foto sotto), senior manager sustainability communications del comitato Almond Board of California, durante il Virtual Orchard Tour 2021 tenutosi il 18 e 19 maggio 2021. La Veenstra rappresenta, inoltre, la terza generazione dell'azienda agricola di famiglia, specializzata in mandorle nella Central Valley californiana. Prima di presentare il ciclo vitale della mandorla, dall'albero alla tavola, ha illustrato l'attuale situazione nei campi coltivati dell'azienda di famiglia.

"L'80% delle mandorle mondiali viene coltivato in California, per via delle favorevoli condizioni climatiche, e quest'area rappresenta una delle 5 regioni nel mondo adatte a questa coltivazione - ha spiegato Veenstra - In California si contano 7.600 produttori di mandorle e 100 trasformatori, che generano circa 110mila posti di lavoro. Il 90% delle aziende specializzate in mandorle sono a conduzione familiare, con un'estensione di circa 100 acri ognuna (circa 40 ettari, ndt). Non è soltanto un business, ma rappresenta 'casa' per molti di noi".

Parlando di varietà, esistono circa 30 diverse cultivar in California, ma la più desiderata dal mercato per le sue caratteristiche gustative è la Nonpareil, coltivata nel 40% dei casi. La buccia fine e il frutto morbido consentono una pelatura e una lavorazione semplici e senza imperfezioni.
"Per scegliere una varietà, ci sono diversi fattori da considerare. Dal punto di vista del produttore si guarda a: compatibilità per l'impollinazione, sovrapposizione dei tempi di fioritura, suscettibilità a insetti e fitopatie, potenziale di resa, tempistiche di raccolta separate da varietà a varietà, compatibilità con i portinnesti e commerciabilità".

I mandorleti sono commercialmente produttivi per circa 25 anni. "I nuovi impianti entrano in produzione commerciale al terzo anno, con un picco di resa al dodicesimo. Generalmente si piantano 2 o 3 varietà per frutteto, a file alternate. Il portinnesto sarà invece lo stesso per l'intero mandorleto. Per alcune cultivar in particolare c'è un'elevata richiesta, perciò le piante vanno ordinate presso i vivai con almeno due anni di anticipo", ha spiegato Veenstra.

In riferimento al ciclo di vita della mandorla della California, la senior manager ha riassunto brevemente i vari passaggi. "I mandorli perdono le foglie a fine novembre, segnando l'inizio della dormienza. Le temperature fredde invernali permettono agli alberi di riposare e immagazzinare le energie necessarie per la successiva stagione di coltivazione. Gli alberi hanno bisogno di circa 400 ore di freddo per arrivare a gemmazione. Le piogge invernali risanano i terreni e forniscono agli alberi le risorse idriche necessarie a inizio primavera. A fine gennaio, le gemme cominciano a gonfiarsi".
La fioritura dei mandorli va da metà febbraio a metà marzo, e prevede un clima secco e una temperatura superiore ai 12 °C. "Temperature più fredde danneggiano i delicati fiori. Inoltre, i mandorli richiedono impollinazione incrociata tra le varietà; questo processo viene coadiuvato dalle api - continua Veenstra - Lo sviluppo della mandorla da ogni fiore impollinato avviene nel periodo tra metà marzo e fine giugno. Solo il 30% dei frutti allegati arriverà a maturazione. I mandorli vengono irrigati tra marzo e ottobre, tramite l'utilizzo di irrigatori di precisione o a goccia. Quantità e tipologia di fertilizzante sono determinati dall'analisi del tessuto fogliare".

La raccolta comincia in agosto e finisce a metà ottobre, prima dell'arrivo delle tempeste invernali. "Le diverse varietà vengono raccolte separatamente, in 2 o 3 cicli. Attrezzature ad hoc e tecnici esperti rappresentano la chiave per un processo di raccolta più fluido possibile" spiega Veenstra, approfondendo poi quella che è la fase di decorticazione e sgusciatura, anche nell'ambito dello "scarto zero".
Si arriva così alla fase di calibratura e selezione. "Le mandorle passano attraverso una serie di schermi che presentano diversi fori di varie dimensioni. Selezionatrici robotiche rimuovono eventuali ulteriori difetti. Prima del confezionamento, il controllo finale sulla qualità viene effettuato a mano".
Dopo la calibratura, le mandorle vengono immagazzinate in condizioni controllate per mantenerne la qualità, fino alla loro spedizione o trasformazione. "La California produce l'80% delle mandorle mondiali, come già detto. Di questa percentuale, il 33% è consumato a livello domestico, il 67% viene esportato. Grazie alla loro lunga shelf life, le spedizioni avvengono via mare e non per via aerea", conclude Veenstra.