Negli ultimi anni, le coltivazioni di piccoli frutti hanno visto crescere le superfici in serra, specialmente nel sud Italia. La Sicilia, in particolare, si è dimostrata molto adatta per le condizioni climatiche di cui gode tutto l'anno, ma richiede impianti altamente specializzati, dove la fertirrigazione, lo stato idrico e i parametri climatici devono essere costantemente controllati.
Abbiamo approfondito la questione con Andrea Angilletti (qui in foto), tecnico agrario e coltivatore specializzato proprio nella produzione di piccoli frutti (more, nella fattispecie). Quali caratteristiche deve avere un impianto serricolo per la produzione intensiva di more, atteso che molto gira attorno la gestione del clima?
"Porto l'esperienza maturata durante il mio percorso professionale e che oggi riverso interamente nella mia azienda - ha risposto l'esperto - In serra, per il monitoraggio climatico sono presenti due termo-igrometri ad altezze differenti. La loro interazione determina, a valori prestabiliti di temperature e umidità, l'attivazione dell'automatismo per l'apertura e chiusura di colmi e laterali doppi, accensione e spegnimento ventole/estrattori e antigelo a goccia. Per la fertirrigazione, facciamo uso di regolatori di PH ed EC (conducibilità elettrica) nel fertirrigatore misuratore di ph, sensore EC del substrato e sensore Npk del substrato. Per il controllo dello stato idrico vengono utilizzati tensiometro e sensore del contenuto volumetrico dell'acqua".
La gestione del clima, come evidenziato, può avvenire con l'ausilio determinante della tecnologia, in questo caso governata da un sistema LoReWan (un impianto a radiofrequenza) di fabbricazione LualTek, che non richiede l'allaccio alla corrente elettrica o a una rete Internet, purché presente nel raggio di 10 Km.
Quali altri potenziali ha una serra Hi-Tech?
"La mia esperienza accumulata nel tempo e i miei studi in agraria sono alla base della conduzione della mia azienda - ha chiarito l'esperto - Cionondimeno, per il controllo delle fitopatie ci avvaliamo di un sensore di bagnatura fogliare, un termo-igrometro e un misuratore del punto di rugiada. Ci viene in aiuto anche una stazione meteo per il monitoraggio dei dati climatici esterni".
La manipolazione e tutto ciò che avviene in post-raccolta sono estremamente importanti nei piccoli frutti, a partire dalla tempistica che deve essere al centro della logistica. Vediamo che tra i fattori post-harvest che possono preoccupare un coltivatore di more c'è il viraggio dal colore nero al rosso delle drupeole.
Serra tecnologica
"E' un danno esclusivamente estetico - ha spiegato Angilletti - Le drupeole della mora, dopo essere state raccolte, virano di colore, da nero a rosso accesso. Le cause sono di carattere abiotico e possono dipendere dalle alte temperature dell'aria (>26 C°) e delle drupeole stesse (> 23 C°), ma anche dalla raccolta manuale errata; concorrono inoltre a questo inconveniente le concimazioni azotate eccessive e la scarsa resistenza strutturale del frutto. I rimendi partono dal mantenimento a una temperatura più bassa dell'aria; bisogna raccogliere la mattina presto e dimezzare le concimazioni azotate. Infine, può risultare utile eseguire trattamenti con ossido di calcio per aumentare resistenza strutturale del frutto".
Tra i principali problemi con cui bisogna lottare in una serra di more vi è l'Eriofide della mora (Acalitus essigi).
"Si tratta di un acaro invisibile ad occhio nudo - ha detto in chiusura Angilletti - Attacca il frutto, che non raggiunge la completa maturazione e la parte non matura rimane dura. Il prodotto risulta invendibile e immangiabile. La sua presenza si nota quando i danni sono già avvenuti. Risulta molto difficile da debellare, in quanto come detto è invisibile a occhio nudo, sono pochi I prodotti fitosanitari ammessi (ma comunque nessuno consentito per strutture protette). L'unica vera ed efficace soluzione è acquistare piante certificate, esenti da virus e patogeni da vivai altamente specializzati".
Pannello solare
La mora, quindi è una coltura che richiede alta specializzazione, ma è anche ad alta fonte di reddito. Angilletti punta a un'agricoltura sostenibile, equilibrata e ricca di biodiversità, volta al risparmio delle risorse idriche, alla riduzione di trattamenti e concimazioni di sintesi. Momentaneamente a regime integrato, utilizza e promuove insetti pronubi selvatici e non (nell'impianto di more sono stati effettuati lanci di Orius levigatus contro tripidi e di coccinelle contro afidi, oltre agli insetti impollinatori api e bombi).
Per maggiori informazioni:
Andrea Angilletti
+39 3932154870