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Sviluppi del progetto "Colture Plastic Free"

Da prodotto di nicchia a un consumo piu' intenso del vaso biodegradabile

"Poco per volta si stanno raggiungendo dei risultati sempre più evidenti. Siamo passati dalla teoria alla pratica un po' su tutti i fronti mentre prende sempre più piede il nostro progetto Colture Plastic Free, con l'utilizzo dei vasi di coltura Fertil Pot, biodegradabili al 100%, in fibra vegetale e dei contenitori di coltura QuickPot, in plastica riciclata e riciclabile al 100%, da lavare e riutilizzare per oltre 10 anni". Così commenta a distanza di circa un anno Alessandro Guglielmi, direttore commerciale della Energy Green di Borgosatollo (Brescia).

"Le aziende, con le quali ora collaboriamo, hanno saputo adeguarsi ai nuovi standard del sistema biodegradabile, superando un iniziale scetticismo - continua Guglielmi - I feedback sono positivi, finora. Per fare un esempio, sono in consegna le piante aromatiche Bio&Co, vendute dalla Floricoltura Gagliolo di Albenga, in una splendida cassetta in legno. Le piante sono prodotte dal vivaio FK BIO, dove l'amico Fabio Ravera, oltre ad aver sposato la nostra filosofia, ha anche il pregio di avere un impegno sociale nella propria filiera produttiva. E' una linea di piante aromatiche coltivate in vasi Fertil Pot, totalmente naturali, che vengono poi trapiantati direttamente con la pianta".


Piante aromatiche Bio&Co (Foto fornita da Alessandro Guglielmi)

Guglielmi ribadisce l'importanza del fatto che nei vasi Fertil Pot (nella foto sotto), le piante vengono coltivate. Raggiungono così il consumatore finale senza lasciare in giro nessun imballaggio monouso.

"Attenzione però, sull'onda del successo del vaso biodegradabile Fertil Pot, sono stati presentati vasi realizzati in carta riciclata, cellulosa e altri materiali che assomigliano ai comuni contenitori porta uova. In questi ultimi le piante, coltivate in vasi di plastica, vengono semplicemente trapiantate poco prima di essere poste in vendita. Quindi il consumatore ignaro pensa di aver contribuito a ridurre l'inquinamento, mentre i vasi monouso utilizzati sino a poco prima, sono smaltiti da qualcun altro". Da un punto di vista agronomico, la pianta non riesce a permeare immediatamente questo tipo di vaso e quindi patisce un elevato shock da trapianto. Inoltre, quando la carta si degrada consuma azoto, sottraendolo alla disponibilità della pianta stessa.


A sinistra: Fertil Pot nuovo; a destra: Fertil Pot coltivato. Si possono notare le radici che hanno attraversato il Fertil Pot e si sono fermate al suo esterno. Non appena trapiantate, troveranno le condizioni ideali per ripartire più vigorose che mai. (Foto fornita da Alessandro Guglielmi)

"Un altro progetto che vede coinvolte le soluzioni da noi offerte è la manifestazione 'Comuni Fioriti', gestita dalla ASPROFLOR, che ha deciso di utilizzare la nostra filosofia Plastic Free per i kit di piante fiorite che consegnerà alle pubbliche amministrazioni aderenti all'iniziativa. L'intento è quello di introdurre nei capitolati la richiesta di piante coltivate in Fertil Pot - spiega Guglielmi - Inoltre, il nostro progetto ha destato l'interesse del celebre Rossano Ercolini, già vincitore del premio europeo per l'ambiente nel 2013, nonché scrittore di diversi libri sull'argomento e presidente di Zero Waste Italy e del Centro di Ricerca Rifiuti Zero, che ha inserito i nostri vasi nel sito prodottirifiutizero.it".


Piantina di fragola. (Foto fornita da Alessandro Guglielmi)

Infine, la Fondazione Minoprio ha partecipato al bando indetto da CARIPLO denominato "Progetto SUSFLO-Sustainable Flowers. Plastic Challenge: sfida alle plastiche monouso" dove, insieme all'Università di Milano-DISAA e alla AICG, con il contributo del distretto florovivaistico alto lombardo, effettueranno due anni di test diretti presso i consumatori per studiare la propensione a utilizzare i vasi biodegradabili Fertil Pot, in alternativa ai vasi in plastica monouso.


Preparazione video tutorial per il trapianto dei Fertil Pot. (Foto fornita da Alessandro Guglielmi)

"Credo - conclude Guglielmi - che tutto questo sia il segnale di un'inversione di tendenza: da prodotto di nicchia a un consumo più intenso del vaso biodegradabile, perché c'è una maggiore consapevolezza ecologica e più coscienza sul problema rifiuti. Siamo in un momento di svolta".

Per maggiori informazioni:
Alessandro Guglielmi
Energy Green srl
Via Gerole, 1/D
25010 Borgosatollo (BS)
+39 01 84 53 41 71
[email protected]
www.energygreen.net