Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Nell'ultimo mese ulteriori aumenti del 10 per cento

Packaging biocompostabile, prezzi alle stelle

Durante la pandemia, i prezzi degli imballaggi biocompostabili di frutta e verdura destinati ai consumatori sono schizzati in alto. "E' una situazione drammatica, che sta mettendo in difficoltà le organizzazioni dei produttori, strette da un aumento insostenibile dei costi: servono incentivi per le aziende che hanno investito in economia circolare". Questo l'appello che arriva da Legacoop Romagna, associazione che riunisce alcune delle più grandi cooperative di produzione ortofrutticola della regione.

"Le imprese che utilizzano materiali biocompostabili o riciclabili di nuova generazione hanno dovuto sostenere dall'inizio della pandemia a oggi aumenti anche di cinque volte il prezzo originario", spiega il presidente, Mario Mazzotti, raccogliendo l'allarme di importanti realtà come Apofruit Italia.

Gli aumenti dell'ultimo mese, nell'ordine del 5-10%, si sommano all'impennata dell'ultimo anno. I costi del packaging oscillano già fra il 15% e il 20% del prezzo a cui viene venduta ogni singola confezione. Ulteriori rincari non sono più sostenibili, specie se si considera che anche altre voci, come quella energetica, stanno subendo considerevoli incrementi.

"La soluzione non può risiedere in dispositivi come quello della plastic tax, che rischiano di aumentare le iniquità tra i produttori, bensì in meccanismi che incentivino tutta la filiera a seguire la direzione della sostenibilità", continua Mazzotti.

Mario Mazzotti

I motivi sono diversi. Si tratta di materiali che sono molto graditi ai consumatori, che durante la pandemia hanno preferito il prodotto confezionato rispetto allo sfuso. La produzione dei packaging compostabili è però nelle mani di poche aziende multinazionali e anche i confezionatori in grado di soddisfare la richiesta sono pochi. L'aumento della domanda, la scarsità di materiale e il numero ridotto di fornitori ha definito una situazione in cui i listini sono fuori controllo e rischiano di mettere in difficoltà tutta la filiera.

La richiesta alle istituzioni è duplice: da un lato, verificare l'assenza di cartelli monopolistici, atti a mantenere alti i costi dei nuovi materiali eco-compatibili; dall'altro premiare chi ha sostenuto investimenti in questa direzione, ad esempio prevedendo benefici fiscali per chi sceglie materiali non inquinanti.