I rincari delle materie prime stanno riguardando anche la filiera della plastica, dalle aziende che producono film termoplastici a quelle specializzate nel packaging alimentare. L'intero continente europeo (ma non solo) sta soffrendo la forte carenza di polimeri, con conseguenti e notevoli rialzi per le forniture.
"In 46 anni di attività, non mi era mai capitato di assistere a un aumento delle quotazioni di quasi il 45%, tra l'altro in soli pochi mesi (da dicembre ad oggi). Fino a giugno, inoltre, si prevedono altri due rincari, ma non sappiamo di quale entità", così commenta un manager di una società del sud Italia, specializzata nella produzione, trasformazione e commercializzazione di reti, film e teloni termoplastici.
Polimeri
"Alcuni prodotti diventano più cari di altri: quelli che richiedono meno manodopera, ad esempio. Abbiamo ridotto i nostri margini di guadagno, nonostante le ingenti giacenze di materie prime in magazzino. Non riusciamo a fare programmazioni, i prezzi sono alti e le forniture sono molto limitate, per non parlare dei costi dei container e della loro quasi assente disponibilità di noleggio. I clienti diventano incerti e qualcuno è anche scettico sugli aumenti. Sondano il mercato, chiedendo ulteriori preventivi anche ad altre imprese. C'è poi chi accetta, ma c'è anche chi posticipa l'investimento ai prossimi mesi, con la speranza che le quotazioni si raffreddino. In questo modo si mettono in crisi le aziende, e le ripercussioni sull'occupazione e sull'economia nazionale sono notevoli. Un settore che non investe e non innova tende infatti a diventare obsoleto".