Per le noci provenienti da una nocicoltura specializzata, la situazione attuale di mercato mostra aspetti totalmente nuovi rispetto anche al recente passato. I fattori determinanti sono una produzione italiana in aumento, con rese per unità di superficie superiori anche del 30% rispetto alla media; una produzione degli Stati Uniti altrettanto in crescita, alla quale è venuto a mancare lo sbocco del mercato cinese con conseguente sbarco in Europa a prezzi molto bassi; la pandemia, che ha ridotto il potere di acquisto dei consumatori.
"Non è un'annata facile - spiega Davide Quinto, direttore di Nogalba, azienda veneta cui fanno capo quasi 200 ettari di noceto - nonostante i produttori italiani possano annoverare un prodotto di ottima qualità. Rispetto a una stagione normale e per i motivi detti in precedenza, in magazzino vi sono ancora delle scorte alle quali non eravamo abituati. Tuttavia, abbiamo a nostro vantaggio esperienza sul prodotto e un'elevata qualità, che permette un'ottima conservabilità anche per i prossimi mesi".
Le noci possono essere vendute tutto l'anno, quando conservate nella maniera adeguata dai produttori e distributori, vale a dire in presenza di poca luce e in ambienti adeguatamente coibentati. "Ai consumatori finali possiamo, invece, consigliare di congelare tranquillamente le noci in quanto, avendo un basso contenuto d'acqua e una buona componente grassa, non 'ghiacciano', ma conservano a lungo le caratteristiche iniziali".
La produzione complessiva italiana non è sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale, ma la concorrenza estera è così aggressiva in termini di volumi e di prezzo, che le noci nazionali devono "sgomitare" per farsi spazio.
"Sappiamo che, in genere, la GDO e gli stessi consumatori preferiscono acquistare noci italiane, anche perché non è ecosostenibile importarle da oltreoceano, ma allo stesso tempo il prodotto californiano ha prezzi davvero bassi, così come i coltivatori hanno disciplinari molto meno rigidi e restrittivi rispetto a quelli europei; il che consente loro di ottenere rese maggiori a costi più bassi. E' ormai evidente che, in questa fase di crisi, vi sono fasce di consumatori che fanno maggiormente attenzione al prezzo, e questo penalizza l'alta qualità italiana".
E' pur vero che la maggior parte dei consumatori conosce poco o nulla di quanto lavoro vi è a monte di ogni singola noce per arrivare a ottenere un prodotto di alta qualità, delle varie fasi di conservazione e stoccaggio. "Ma questa scarsa conoscenza - conclude il direttore - in buona parte è colpa nostra, di noi produttori, perché finora non abbiamo mai comunicato abbastanza. Manca informazione e credo che dovremmo organizzarci su questo fronte per far conoscere ai consumatori tutte le peculiarità della nostra filiera, compresa la valenza ambientale dei nostri protocolli produttivi".
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