In Europa, il mercato delle mele sta beneficiando di condizioni molto favorevoli. "La qualità dei frutti è molto buona e sono disponibili meno volumi", spiega Marc Peyres della Blue Whale. "Stiamo davvero vivendo un’annata eccezionale. Considerato il contesto attuale, siamo consapevoli di essere molto fortunati".
Alta domanda
La domanda di mele è stata alta fin dall'inizio della campagna. "Quando la frutta è buona, anche il consumo è vivace", spiega Marc. "In autunno, la domanda è risultata addirittura troppo alta per soddisfare il mercato e, di conseguenza, i prezzi sono aumentati notevolmente. Ora, la domanda è leggermente diminuita, ma comunque rimane alta".
Le conseguenze del Covid-19 sulle esportazioni
La crisi sanitaria ha avuto uno scarso effetto sulle esportazioni nei Paesi europei. Tuttavia, la crisi ha avuto un impatto sulle spedizioni verso le destinazioni al di fuori dell'Europa, con una minore disponibilità di container e forti ritardi delle navi. "Non possiamo avere il solito flusso di fornitura. Tuttavia, poiché ci sono meno prodotti disponibili, questo non è un grande problema per il nostro bilancio commerciale".
Per i produttori della Blue Whale, la crisi sanitaria ha causato dei costi aggiuntivi, compensati fortunatamente da buoni prezzi. "I volumi sono limitati ma la qualità è buona, quindi la maggior parte dei volumi viene venduta a prezzi alti sul mercato del fresco. Quest'anno, una quantità inferiore di mele sarà destinata all'industria della trasformazione".
Brexit
Tradizionalmente, la Gran Bretagna è il primo mercato di esportazione della Blue Whale, il che spiega il nome inglese dato all'azienda. "Il mercato britannico è probabilmente quello che riceve il maggior numero di casse della Blue Whale. Siamo molto presenti sui mercati all'ingrosso, oltre che nei supermercati. Certo, la Brexit ha comportato costi aggiuntivi alle frontiere e pratiche amministrative supplementari, ma ci siamo organizzati molto bene. La cosa più importante è che non ci siano tasse sull’importazione. L'Inghilterra è ancora a 40 km dalla Francia, con o senza Brexit. Direi anche che, nelle ultime 10 settimane, abbiamo venduto molte più mele del solito, in Inghilterra".
Marc aggiunge che la più grande complicazione amministrativa sarà l’applicazione di un certificato fitosanitario per le mele entro il 1 aprile. “Da 40 anni, consegniamo i nostri prodotti in Inghilterra senza certificato fitosanitario e non abbiamo mai avuto problemi. Oggi siamo tenuti a rilasciare certificati per qualcosa che non esiste e che è poco interessante. La frustrazione e il fastidio sono causati da questa perdita di tempo ed energia".
Marc sottolinea anche la mancanza di procedure elettroniche per facilitare gli scambi richiesti dalla Brexit. "Per il momento, non è prevista alcuna procedura dematerializzata per il certificato fitosanitario, che invece sarebbe stato opportuna. E' sorprendente che questa non sia una priorità nel 2021. Al giorno d'oggi, l’utilizzo dei certificati cartacei al posto di quelli elettronici è una sciocchezza, in termini di rispetto per l'ambiente! Sarebbe quindi una buona idea posticipare l'attuazione di tali certificati fino a quando lo strumento digitale non sarà pienamente operativo. Dopo 40 anni in cui ne abbiamo fatto benissimo senza, ora mancano solo pochi mesi!".
Per maggiori informazioni:
Marc Peyres
Blue Whale
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