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Nei prossimi dieci anni prevista una riduzione del 20 per cento nella coltivazione spagnola di pomodori

Secondo i dati del Rapporto sulle prospettive agricole dell'Ue per il periodo 2020-2030, pubblicato recentemente dalla Commissione europea, nei prossimi dieci anni si stima un declino nella produzione di pomodoro fresco, come risultato dell'accesa competizione internazionale, del cambiamento climatico e dei parassiti e di un aumento nella domanda di varietà più piccole, che porterà a una riduzione nel volume ma anche a un aumento in termini di valore aggiunto.

Si prevede che la produzione si manterrà stabile nei grandi Paesi produttori, fatta eccezione per la Spagna - il principale - dove la produzione potrebbe diminuire fino al 20% nella prossima decade, a causa di una superficie coltivata più piccola, della competizione da parte di paesi terzi, della carenza idrica e della bassa redditività. Il consumo di pomodori trasformati dovrebbe mantenersi stabile nel periodo preso in esame, con un leggero passaggio verso prodotti a valore aggiunto più elevato.

Nei prossimi 10 anni la produzione europea di mele dovrebbe mantenersi stabile a 11,8 milioni di tonnellate, con un aumento nelle rese, ma su una superficie minore. Le esportazioni comunitarie diminuiranno del 19% a 1,2 milioni di ton. Tuttavia, il consumo dovrebbe aumentare dell'1% a 15,7 kg come conseguenza di una maggiore consapevolezza per la salute e della presenza di nuove varietà che meglio si adattano alle preferenze dei consumatori.

Nel periodo preso in esame la produzione di pesche e nettarine dovrebbe mantenersi stabile a 3,6 milioni di ton. Nei prossimi dieci anni il consumo dovrebbe diminuire del 9% a 6,2 kg a causa di una più bassa disponibilità e della competizione data da altri frutti tropicali ed estivi. Le esportazioni dovrebbero aumentare, soprattutto per quanto riguarda le pesche trasformate, grazie a un aumento nella domanda globale.

Secondo il rapporto la produzione di arance dell'Ue aumenterà leggermente dello 0,6% a 6,5 milioni di ton grazie a un incremento nelle rese. I produttori principali sono la Spagna, con il 52% degli alberi di arance e l'Italia, con il 27%. Ci si aspetta che i consumatori diano la preferenza alle arance fresche e al succo fresco rispetto ai concentrati e ciò determinerà un calo nella domanda di arance da trasformazione. Le importazioni Ue dovrebbero aumentare per coprire eventuali vuoti nella domanda.

Fonte: agrodigital.com 

Data di pubblicazione: