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Arancicoltura: i calibri sono l'espressione della naturalezza di un prodotto

I calibri piccoli sembrano connotare questa campagna agrumicola 2020, avviata un po' sottotono. Cionondimeno, l'appeal nei confronti di una referenza ad alto contenuto vitaminico resta fermo come riferimento certo di un consumo consapevole e salutistico. Sul tema è intervenuta Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, la quale ha commentato: "Un'eccellente ricarica, sana e naturale, ideale per rafforzare il sistema immunitario di adulti e bambini in questo difficile inverno sotto il segno del Covid. Proprio il consumo di agrumi, durante la prima ondata di pandemia, ha registrato una significativa impennata, con un boom di richieste in Italia e all'estero".

Federica Argentati

I costi della filiera sono gli stessi, a prescindere dai calibri
"Da anni - ha proseguito Argentati - i produttori della filiera siciliana lamentano una incomprensibile, dal loro punto di vista, propensione del consumatore per le arance di calibro maggiore. Una convinzione dovuta, evidentemente, a un'immagine ormai stereotipata del frutto, senza considerare che un albero produce frutti sì di varie dimensioni, ma identici da un punto di vista organolettico e nutrizionale. Semmai, le arance di calibro più piccolo hanno un valore aggiunto non di poco conto sotto il profilo della fruizione: sono infatti più adatte a essere spremute".

"Se è legittimo e ragionevole considerare i tempi e le fasi della natura che da un anno all'altro ci regala frutti più grandi o un po' più piccoli, non possiamo certamente far diventare il calibro un requisito indicativo della qualità dell'agrume e delle sue proprietà organolettiche e nutrizionali. Cosi come non possiamo pensare che valgano molto meno: i costi della filiera sono gli stessi, sia per le arance piccole sia per quelle più grandi".

Intanto, da qualche settimana banconi dei mercati all'aperto e carrelli si colorano di arancione con i primi agrumi siciliani: dopo le reticelle di Navel, i primi freddi che hanno appena imbiancato la cima dell'Etna - e fatto precipitare le temperature nella Sicilia orientale - lasciano ipotizzare come imminente, forse già sotto Natale insieme ai mandarini, la naturale pigmentazione delle arance rosse: quelle Tarocco, Moro e Sanguinello, storicamente coltivate nella Piana di Catania, nel perimetro che include le provincie di Siracusa ed Enna".

"Il raccolto, confermano agronomi e produttori della Sicilia, la più grande regione agrumetata d'Italia e prima nella classifica italiana per la produzione di agrumi bio (61%), si annuncia generoso in termini qualitativi ed è caratterizzato anche da frutti di calibro medio-piccolo come conseguenza del lungo periodo di siccità vissuto nella primavera e nell'estate scorsa dalle campagne siciliane. Una carenza d'acqua che, in natura, si traduce in un raccolto di arance dalla polpa più dolce e zuccherina".

Sotto il profilo nutrizionale, l'arancia è un naturale concentrato di elementi che potenziano il sistema immunitario, oggetto di continue indagini nel mondo della ricerca scientifica per le sue proprietà salutari: è un frutto molto ricco di acqua (87,2 grammi) e contiene sotto forma di zuccheri semplici 7,8 grammi di carboidrati; zero grassi e zero colesterolo; 1,6 grammi di fibra e ancora potassio, calcio, fosforo, socio, vitamina A e carotenoidi. L'arancia è soprattutto il frutto simbolo della vitamina C, un antiossidante naturale che rafforza le difese dell'organismo: ne contiene in media 45mg, ossia circa la metà della dose giornaliera consigliata. Basso infine l'apporto calorico: 100 grammi di polpa apportano 40 kcal all'organismo.