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Alberto Ancora, presidente Agrofarma

Dal 1993 il numero di molecole registrate a livello europeo si e' ridotto del 70 per cento

Oltre a rappresentare uno dei pilastri dell'economia agricola nazionale, il settore ortofrutticolo è un segmento di grande valore strategico in termini di ricerca e sviluppo. "Ribadiamo il nostro impegno verso un'agricoltura sostenibile, ma è importante sottolineare che senza innovazione non ci può essere sostenibilità" sostiene Alberto Ancora (foto a lato), presidente di Agrofarma, l'Associazione nazionale imprese agrofarmaci, intervenuto al convegno online "Un anno da Futurpera: problematiche e prospettive", tenutosi lo scorso 28 novembre.

"Se parliamo di maculatura bruna e cimice asiatica – sostiene Ancora – c'è da constatare un dato: dal 1993 a oggi, c'è stata una riduzione del 70% del numero di molecole registrate a livello europeo e rese disponibili agli agricoltori, da oltre 1000 a poco più di 300. La coltivazione del pero, senza agrofarmaci, potrebbe subire perdite dell'86%. Sia nel caso della maculatura bruna che della cimice asiatica, non esistono soluzioni definitive dal punto di vista chimico, in questo momento. Quelle poche che esistevano sono state deregistrate, come nel caso di alcuni insetticidi, o c'è stata tutta una serie di fattori che hanno generato fenomeni di resistenza".

Il presidente di Agrofarma sollecita la necessità di definire un contesto normativo chiaro e stabile, così da eliminare il rischio per l'Europa di perdere competitività a causa dei minori investimenti delle multinazionali, sempre più orientate verso Paesi in grado di garantire loro una maggior tutela. "Oggi fare ricerca, costa. Si parla di 250-300 milioni di euro per creare e lanciare sul mercato un singolo agrofarmaco e 10-12 anni per far sì che accada".

"Non vorrei che la nostra industria fosse vista solamente come un portatore di nuove molecole e di nuova tecnologia – continua Ancora – Nel caso della maculatura bruna, abbiamo lavorato al fianco degli istituti di ricerca, delle Università e degli enti ufficiali per ridefinire le strategie di difesa, alla luce della mutata biologia del fungo e della mancanza di soluzioni". 

L'appello del presidente di Agrofarma è quello di considerare l'industria come una parte attiva che vuole contribuire, non solo attraverso l'innovazione ma attraverso le proprie competenze. In questo contesto si inserisce anche la questione del Farm to Fork, che è uno dei pilastri del Green Deal. "Condividiamo il concetto generale su cui si basa la strategia, ma non ne possiamo sostenere le modalità e gli obiettivi quantitativi, che sono stati definiti. Ora è il momento di spingere sull'innovazione e non guardare al biologico come unica forma di sviluppo sostenibile".