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L'opinione di un consulente frutticolo

Kiwi: quantita' medio-scarse e qualita' nella norma

"Le rese in campo non sono molto elevate, per cui credo che l'Italia si attesterà circa sulle 300mila tonnellate di prodotto". E' quanto afferma Pietro Cimatti, esperto consulente frutticolo.

"A causa di diversi fattori - esordisce Cimatti - il kiwi non ha avuto una produttività molto elevata. Le gelate primaverili hanno causato parecchi danni. Allo stesso tempo, anche la morìa continua a penalizzare il comparto. La disponibilità finale, perciò, non sarà molto elevata in termini quantitativi".

Sul fronte qualità, ci sono da fare alcune distinzioni. "Dove le condizioni meteo hanno influito, non ci si può attendere una qualità eccelsa. In genere, le aziende che sono riuscite a adottare piani nutrizionali adeguati, hanno ottenuto una buona sostanza secca e una qualità generale superiore. Ma vi sono anche esempi di qualità bassa".

Sul fronte commerciale, sempre per quanto riguarda il kiwi verde, Cimatti porta avanti da sempre una convinzione: "Tutti lo sanno, ma non tutti lo fanno. Il kiwi andrebbe commercializzato dopo la metà di novembre, per avere un prodotto di buona qualità che si esprime solo dopo qualche settimana di cella frigorifera. Purtroppo, c'è chi ha fretta e anticipa la messa in commercio con risultati davvero discutibili sul fronte della qualità organolettica".

Secondo le previsioni di qualche settimana fa del CSO, in Italia si attendono 327.000 tonnellate di kiwi; un dato che, pur segnando un +3% sul 2019, rimane inferiore a tutte le annate recenti. Il kiwi a polpa gialla continua a svilupparsi e, per il 2020, si avvicina alle 80.000 tonnellate (+35% sul 2019). Contemporaneamente, il kiwi verde risulta in lieve riduzione rispetto al deficitario 2019, stimato su circa 247.500 tonnellate (-4% rispetto alla passata stagione) a causa dei danni da gelo e per la progressiva perdita delle superfici colpite da moria.