C'è meno kiwi verde sulle piante in Italia, come noto, e il mondo produttivo si attende prezzi buoni se non addirittura ottimi. Ma gli operatori commerciali ci vanno cauti perché non sanno a quali cifre potranno vendere. In una parola, la situazione è confusa.
"Le aspettative sono ampie - dice un importante operatore nazionale che preferisce non esporsi - da parte dei produttori. Il kiwi è meno rispetto alla media e quindi i prezzi attesi sono elevati. C'è chi ha ipotizzato da 0,90 a 1,10 euro/kg. E, se così fosse, tutti saremmo contenti e soddisfatti".
Foto d'archivio
"Però vi è anche il rovescio della medaglia, perché chi deve comprare quel prodotto, per poi rivenderlo, ancora non può essere sicuro di prenderle, quelle cifre. Per questo i giochi sono ancora confusi e non vi sono certezze. Come al solito, del resto".
Un altro aspetto da considerare sono le rese in campo: al momento si ragiona con previsioni, ma poi solo raccogliendo si capirà bene quanto prodotto, specie di prima categoria, ci sarà.
"Un'altra incognita è la Grecia. Ormai ci sono più italiani che vanno in Grecia per comprare kiwi da rivendere in patria piuttosto che turisti italiani. Il prodotto greco parte in vantaggio grazie a costi più bassi, e viene venduto in genere nella prima parte della stagione. E' un competitor importante e l'Italia deve sapersi distinguere. Ma servirebbero più controlli: c'è il rischio che tanto prodotto greco diventi italiano una volta rientrato nei confini italici".
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L'operatore però non risparmia autocritiche al settore: "Certo che se si raccoglie Hayward da fine settembre, per speculare e magari spacciarlo come verde precoce, si rovinano tutti i mercati. Su questo fronte credo che non si faccia abbastanza e la responsabilità è lungo tutta la filiera: dall'agricoltore al commerciante e fino al rivenditore, che siano Gdo, mercati generali o negozianti. Certi frutti immaturi immangiabili non dovrebbe neppure arrivare al dettaglio".
Infine una battuta sul sistema immunitario da rafforzare in vista dell'inverno: "I kiwi sono un frutto con elevatissime concentrazioni di vitamina C, ancor più degli agrumi. Probabile che i consumatori prediligano questa referenza per cercare di stare in salute".
Di seguito, la classifica dell'ortofrutta secondo la quantità di vitamina C contenuta (fonte: "Chimica degli alimenti, conservazione e trasformazioni" (Cappelli-Vannucchi, Zanichelli editore) espressa in milligrammi per ogni 100 grammi di prodotto:
1) peperone dolce, 151 mg/100 gr
2) kiwi, 85 mg/100 gr
3) cavoli, 81 mg/100 gr
4) cavolfiori, 59 mg/100 gr
5) spinaci, 54 mg/100 gr
6) fragole, 54 mg/100 gr
7) arance/limoni, 50 mg/100 gr.