Agricoltori e frutticoltori riportano che il cambiamento climatico sta portando a concentrazioni di ozono maggiori sulla superficie del terreno, nei loro campi e frutteti. Un'esposizione che secondo i chimici guidati da Trisha Andrew (CPHM) può causare danni irreversibili alla pianta, ridurre le rese di raccolto e minacciare la fornitura alimentare.
Nella loro pubblicazione su Science Advances i co-autori Jae Joon Kim e Ruotan Fan dimostrano che il metodo di laboratorio di Andrew, che prevede di depositare sulle foglie delle piante dei "tatuaggi" di polimeri conduttivi con il vapore, può permettere ai produttori di individuare e misurare accuratamente i danni dovuti all'ozono, anche a bassi livelli d'esposizione.
Questi tatuaggi polimerici posti sulle foglie permettono, secondo Andrew, "un monitoraggio frequente e sul lungo termine del danno cellulare dovuto all'ozono in colture economicamente importanti come uve e mele".
Nello studio si legge: "Abbiamo selezionato l'uva (Vitis vinifera L.) come pianta modello perché la resa e la qualità dei frutti delle viti decresce notevolmente con l'esposizione all'ozono a livello del suolo, portando a notevoli perdite economiche". L'ozono a livello del suolo può essere prodotto dall'interazione tra i nitrati dei fertilizzanti e il sole, per esempio.
Il viticoltore di UMass, Elsa Petit, consulente del team di chimici, sostiene che questi polimeri potrebbero essere particolarmente utili nel settore dell'uva. "Con il cambiamento climatico, l'ozono aumenterà e questo nuovo sensore potrebbe essere estremamente utile per aiutare gli agricoltori ad agire prima che il danno sia visibile".
L'ozono a livello del suolo può essere mitigato con il rilevamento precoce e attraverso il trattamento della superficie del terreno con polveri di carbone o zeolite.
Fonte: University of Massachusetts