Nonostante la coltivazione di mirtilli sudafricana possa ancora essere considerata una nicchia rispetto a quella di altri settori frutticoli (agrumi, mele, pere e uva da tavola), negli ultimi cinque anni ha mostrato una crescita esponenziale.
La superficie coltivata a mirtilli è aumentata del 30% negli ultimi nove anni. Questa crescita è dovuta in gran parte ai continui investimenti dei coltivatori locali di mirtilli e all'arrivo di quelli internazionali, soprattutto dall'Europa. Una forza trainante nello sviluppo del settore dei piccoli frutti è stata anche l'Industrial Development Corporation (IDC) che ha finanziato diversi progetti in tutto il Paese e incoraggiato la creazione di un'associazione, la South African Berry Producers Association (SABPA).
Il Regno Unito è il mercato principale per i mirtilli sudafricani, con il 53% delle esportazioni complessive, seguito da Paesi Bassi (22%), Germania (8%), Irlanda (6%), Spagna (4%), Malesia (3%), Singapore (2%) ed Emirati Arabi Uniti (1%). Ciò è largamente dovuto all'influenza dei coltivatori e commercianti con sede in Regno Unito e che hanno giocato un ruolo determinante nell'affermazione del settore in Sudafrica, considerando anche che il Paese ha un accordo di libero scambio con l'Unione europea e il Regno Unito.
In termini di mercato globale dei mirtilli, i principali competitori del Sudafrica sono le nazioni sudamericane come Cile, Perù e Argentina.
In base all'aumento della superficie coltivata e alle nuove piantagioni che stanno cominciando a fruttificare, per la stagione 2020/21 l'aumento in produzione è stimato al 22%, ovvero a 22.000 tonnellate.
Di conseguenza, nello stesso periodo, le esportazioni dovrebbero aumentare del 20% fino a 18.000 ton, dal momento che gli effetti del Covid-19 non sono stati d'ostacolo.