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Feedback di alcune donne che hanno deciso di mettersi in gioco

Sempre piu' imprese femminili prediligono la mandorlicoltura come business

Negli ultimi anni, si assiste a una tendenza positiva per le imprese agricole tutte al femminile. Crescono le aziende condotte da donne, a prescindere dalla loro età anagrafica e dal loro grado d'istruzione. Tra i nuovi settori cui l'imprenditorialità femminile sembra rivolgersi con favore c'è la mandorlicoltura.

L'imprenditrice di oggi si interroga su quali specie produrre e su quali siano quelle richieste dal mercato. La frutta a guscio e quella disidratata, mandorle incluse, rientrano sicuramente tra i prodotti in crescita evidente. La mandorlicoltura, inoltre, oltre a consentire un'ottima remunerazione, può essere gestita con tecniche agronomiche innovative e adeguate, che escludono particolare fatica fisica.

Infatti, in questa coltivazione molte operazioni possono essere svolte agevolmente, grazie a sistemi ridimensionati di potatura che permettono all'operatrice di intervenire sulla pianta senza alcun problema. La facilità di gestione si estende anche alle attività post-raccolta, quali l'essiccazione, la sgusciatura e la pelatura dei frutti.

Paola Canofeni, di Santa Maria di Galeria, una frazione del comune di Roma, ci racconta la sua esperienza: "Non sono una vera e propria imprenditrice agricola, sono semplicemente una donna in pensione, molto interessata all'agricoltura, ma priva di preparazione tecnica. Dopo aver frequentato dei corsi e dopo essermi informata sulle caratteristiche pedoclimatiche della mia zona, ho messo a dimora, con le sole forze economiche familiari, quasi due ettari di mandorlo (1200 piante) delle varietà Penta e Lauranne, cultivar con una fioritura tardiva, in grado di sfuggire alle gelate primaverili".

"Svolgo in completa autonomia tutti i lavori agronomici: dalla piantumazione, avvenuta lo scorso gennaio, alla potatura effettuata da pochi giorni. Sono entusiasta della mia scelta, che mi regala energia e curiosità anche alla mia età. Non vedo motivo per cui una donna non  possa o non debba cimentarsi nel settore agricolo, spesso percepito ancora come fortemente "maschile". L'imprenditorialità femminile potrebbe essere incentivata da incontri formativi o informativi, con momenti di confronto e conforto per coloro che intendano avviare un'attività agricola. Un modo per far scattare la scintilla e iniziare la scalata al business".

Un altro feedback al femminile ci arriva dalla Puglia, precisamente da Ruvo di Puglia: a fornircelo è Giuseppina Tota. "In totale, possiedo 4 ettari di mandorlo tra varietà Filippo Cea, Penta e Tuono, due dei quali impiantati lo scorso anno. Essendo figlia di agricoltori, la passione per questa attività non è mi mai mancata; quello che manca, piuttosto, specie al sud Italia, è la fiducia nelle capacità imprenditoriali delle donne. La bravura si misura sui risultati, non sul genere, perciò occorre più cooperazione e più agevolazioni alle imprese".

Mariella Pinto, titolare di un'azienda agricola del tarantino, ci spiega a sua volta: "Ho messo a dimora 5 ettari di mandorlo proprio a marzo 2020. La mia attività imprenditoriale è già avviata con la vendita dell'uva da tavola, ma l'idea era proprio quella di diversificare e limitare le classiche difficoltà che si registrano con il prodotto fresco. La mandorlicoltura ha, infatti, dei vantaggi importanti: oltre a non avere problemi di deperibilità e di raccolta del prodotto, ti permette di ottenere delle soddisfazioni commerciali molto interessanti".

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