"Nel settore ortofrutticolo e, più in generale, nel comparto food, l'imballaggio concorre alla valorizzazione del prodotto e per questo rappresenta un'importante aggregato nell'economia di filiera". Questa la riflessione che Lisa Pisani, CEO di Novapack Sud, ha condiviso con un parterre qualificato di stakeholders del settore ortofrutticolo nel corso di un convegno organizzato a Vittoria (RG) da Enza Zaden, lo scorso 27 febbraio 2020.
Lisa Pisani
L'analisi socio-culturale
"La comunità europea ha emanato una direttiva che vieta l'utilizzo di materie plastiche per la realizzazione di alcuni articoli monouso – ha proseguito Pisani – Il divieto entra in vigore nel 2021, ma il clima di demonizzazione verso la plastica, in generale, è dilagato e prepotente. Non esiste a oggi un'alternativa indicata dalla direttiva o sostenibile di fatto, neanche le plastiche biodegradabili o biocompostabili lo sono. I cartoni e il cartoncino, oltre che provenire da fonti non rinnovabili, mostrano la loro carenze nella disponibilità e aprono importanti tematiche etiche di cui si è discusso anche a proposito di alcune bioplastiche. In effetti, questi materiali dispersi negli oceani resisterebbero a sufficienza tanto da determinare un pericolo comunque".
La plastica non è totalmente sostituibile
"La mia personale posizione – chiarisce l'imprenditrice - quindi, è conforme a quanto sostenuto da una buona parte di comunità scientifica e industriale che, nell'interesse di un mondo pulito, indica la necessità di aumentare la vocazione al recupero e riutilizzo delle materie plastiche. Ma indica anche l'introduzione di un diversa sensibilità verso il recupero, la differenziazione e il riutilizzo di articoli oggi non ancora reimpiegati, come invece avviene per il 'Bottle to Bottle' le famose bottigliette di plastica per le quali esiste e si attua il completo riciclo".
"Esistono tantissime altre referenze, altri articoli nella produzione industriale europea come per esempio i contenitori in R-PET destinati al confezionamento della frutta, riutilizzabili e rinnovabili in nuova plastica per nuova produzione. Ecco, questi ultimi e una grandissima quota di prodotti similari non vengono ancora raccolti e reimpiegati; ciò crea le condizioni per un antieconomico aggravio dell'impatto ambientale, a causa delle dispersioni nell'ambiente, frutto anche e soprattutto quest'ultimo aspetto, cioè di carenze nel sistema della disciplina e del monitoraggio dei comportamenti degli individui".
"Bottle to Bottle", come attuare il riciclo a diversi livelli di prodotto derivato
"Se buona parte degli articoli oggi prodotti in plastica venissero recuperati e riutilizzati un numero di "N" volte – rivela Pisani - i benefici verso l'ambiente e il sistema economico non tarderebbero ad arrivare, ma per questo rimando alle osservazioni autorevoli e agli studi di settore".
"Inoltre, allo stato attuale l'industria plastica dell'imballaggio ha condotto innovazioni, nell'ultimo ventennio, destinate a garantire la freschezza e il mantenimento integrale dei requisiti organolettici di molti alimenti: questa condizione oggi non è ancora disponibile o pensabile per altre tipologie di materiali che difficilmente possono quindi essere ricondizionate e utilizzate in sostituzione".
"Il packaging è anche un veicolo di valorizzazione dell'immagine di un marchio, ma oggi è impiegato soprattutto nella sua funzionalità contribuendo alla buona tenuta del prodotto, allontanando il naturale decadimento nella fase post raccolta. Basti pensare che, nei Paesi meno sviluppati ,la quantità di cibo che si deteriora, tra raccolta e consumo, è pari al 50%, mentre nei Paesi più sviluppati e orientati verso il packaging, la quantità del cibo che si deteriora tra raccolta e consumo si riduce al 3%".
Francesco Tommasi Rosso
Cambiare tutto per non cambiare nulla, in assenza di impianti di compostaggio
"Un'altra questione scottante che si pone - ha affermato dal canto Francesco Tommasi Rosso, responsabile produzione di Novapack Sud - è la effettiva riduzione di rifiuti in assenza di plastica, cui si faceva cenno. Se è vero, come studi specifici hanno dimostrato, che la plastica dispersa nell'ambiente resiste alle intemperie nei mari fino a 400 anni, non esistono altrettanti studi che dimostrino come materiali alternativi (quali bio plastiche o cartone, prodotto con additivi e colle ed elementi chimici inquinanti) non siano in grado di nuocere a fauna e flora marina. Sebbene resistendo per tempi più brevi, tali materiali restano comunque incompatibili con il ciclo della vita nell'ambiente, al pari delle plastiche, se non correttamente compostati".
Le proposte di Novapack Sud
"Certo, rimane molto serio l'argomento rifiuti, su cui incombe lo scenario del Marine Litter - ha sostenuto l'ingegnere - che rappresenta un vero disastro. Bisogna però scindere tra mito e realtà. Comunemente, si pensa che sia l'Europa a concorrere all'inquinamento degli oceani; la verità è che i mari vengono inquinati prevalentemente dai detriti provenienti dai fiumi asiatici. Alcune parti del mondo sono purtroppo lontanissime dalla cultura industriale della plastica e al trattamento che - in Europa - viene riservato all'articolo rifiuto".
Alcuni prodotti Novapack Sud
Quanto è sostenibile essere sostenibili?
"Una tendenza alla demonizzazione della plastica, tuttora non sufficientemente suffragata da verità scientifiche – prosegue l'esperto - comporterebbe verosimilmente un danno ancora più grande, in assenza di una quota economica a sostegno del comparto di cui l'Italia necessita per sostenere la conversione, tenuto conto dell'eccellenza nelle proprie produzioni".
Alcuni prodotti Novapack Sud
"Molti non hanno idea di quanto la filiera del packaging dedicato all'industria alimentare valga per l'Italia - conclude Pisani, agganciandosi alle parole di Tommasi Rosso - Il comparto della produzione industriale, inteso come packaging di filiera, occupa una posizione pari a 1/100 del PIL italiano e dà lavoro a 50.000 persone, con 3.000 imprese, sviluppando 12.000.000.000 di euro di fatturato. Questo dato vuol dire che il packaging, nell'economia italiana, ha valenza di aggregato al comparto principale, quello della produzione agricola, ma anche del prodotto alimentare trasformato. L'Italia peraltro occupa i primi posti nell'industria del packaging agroalimentare, non soltanto per volumi ma anche per avanzamento tecnologico, a conferma che andrebbe difesa, pur nel rispetto dell'ambiente e nell'interesse del continente".
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