Il settore degli imballaggi in cartone è agile e flessibile e sta rispondendo in maniera tempestiva all'aumento di ordini degli ultimi giorni. Claudio Dall’Agata, direttore di Bestack, fa una riflessione sul periodo che si sta vivendo in tempo di Coronavirus. "Il settore alimentare, e in esso il segmento ortofrutticolo, si è trovato nel giro di poche ore a dover rispondere a un aumento repentino delle richieste".
"Negli ultimi tre giorni, la richiesta di imballaggi per il settore alimentare è cresciuta in maniera significativa con punte per alcune categorie merceologiche del 15%. Di poco inferiore, l'aumento di imballaggi per l'ortofrutta, comunque attorno al 10%. Le motivazioni sono molteplici, dalla maggiore flessibilità del sistema rispetto ad altri in grado quindi di rispondere a maggiori volumi con più celerità, fino alla maggiore necessità di fare scorte da parte della produzione alimentare, di fronte all'incertezza a breve nei trasporti".
Il packaging è sempre stato il termometro del PIL, ma va considerato che ora si sta attraversando una fase in cui i cicli economici sono brevissimi. "Possiamo parlare di un “prima” e un “dopo” il 9 marzo 2020. È uno spartiacque in una fase che comunque è, e rimane, fluida. Tutto può cambiare nel giro di poco tempo, a volte di ore. Di fronte a uno scenario simile, i modelli vincenti sono quelli più flessibili e smart".
L'imballaggio in cartone rientra fra questi modelli agili e in grado di assecondare le esigenze della filiera. Mentre altre soluzioni hanno tempi di risposta, e realizzo, più lunghi, “le nostre aziende riescono a soddisfare le maggiori richieste di imballaggio di cartone nel giro di poco. La richiesta è aumentata di molto, si è impennata, ma le risposte di fornitura non hanno subito rallentamenti o lungaggini”.
Le campagne di agrumi, kiwi e pere, caratterizzate da calendari più stretti e minore produzione, nei primi due mesi del 2020 avevano fatto partire a singhiozzo la domanda di imballaggi in cartone nel settore ortofrutticolo.
"Ora non possiamo prevedere il futuro, ma di certo negli ultimi giorni è cresciuta la domanda di prodotti alimentari per il consumo domestico, mentre è crollata la filiera del fuoricasa. Si tratta di prodotti deperibili, per il quale è lecito attendersi un consumo a breve termine che ne implicherà il riacquisto. In ogni caso, è lecito attendersi ripercussioni sugli acquisti, a fronte di modifiche di abitudini di consumo".
"La situazione però è in continua evoluzione - conclude - e probabilmente la settimana prossima le prospettive potrebbero essere ancora diverse. Nei supermercati, in momenti del genere, vediamo che saltano le offerte, l’acquisto è quasi compulsivo e addirittura la corsa all'accaparramento supera la sensibilità sui prezzi. Certamente impareremo qualcosa da questo 9 marzo 2020".
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