Più che di un taglio dell'85%, la plastic tax dovrebbe essere vista come un aggravio del 15%. E, al di là di tutto, le aziende di certo non esultano, perché si tratta di un prelievo, di una tassa sulla produzione piovuta dal cielo da un giorno all'altro e senza un senso logico. Lo conferma Giancarlo Foschi, direttore generale di Orogel, azienda che produce e confeziona surgelati.
Questa tassa del 15%, che scatterà da luglio, non può soddisfare le aziende: "E' un disastro comunque - esordisce Foschi - parliamo di centinaia di migliaia di euro. Già paghiamo la tassa per lo smaltimento al CONAI, e proprio di recente ci sono stati forti aumenti. Quindi è come se ora dovessimo pagare la tassa più volte".
Orogel, già da anni, porta avanti la ricerca per diminuire i volumi e lo spessore della plastica. in modo da consumarne sempre meno e ridurre l'impatto sulla logistica. "le aziende virtuose andrebbero premiate, non tassate".
"Continueremo questa battaglia - conclude Foschi - perché si tratta di una forte ingiustizia. Fra l'altro, vi sono le filiere di altri materiali di imballaggio che sono molto più impattanti della plastica, ma adesso c'è questa crociata e l'onda delle emozioni prevarica i dati oggettivi e scientifici".
Unionplast ha rilevato che la misura non ha finalità ambientali e penalizza i prodotti e non i comportamenti, in quanto rappresenta solo un'imposizione diretta a recuperare risorse, ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese.
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