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Puglia: proteste pacifiche dei produttori di uva da tavola

Sembra che la storia si ripeta: prima con gli agrumi, poi con fragole, albicocche e altre drupacee, ora anche con l'uva da tavola. L'Italia ortofrutticola alle prese con prezzi insoddisfacenti per le principali referenze del settore: una situazione che mette in difficoltà molte aziende agricole. Molti sono i produttori che lamentano compensi troppo bassi di merce successivamente soggetta a rincari nei supermercati.

Un fenomeno che sembra interessare anche l'uva da tavola, prodotto per il quale il nostro Paese detiene il primato europeo. Ieri, in Puglia, la regione leader per superfici coltivate a uva da tavola, si sono svolte proteste pacifiche nei pressi di due centri commerciali (Casamassima e Foggia), manifestazioni che hanno visto una rappresentanza di agricoltori regalare cestini di uva a chiunque entrasse o uscisse dai punti vendita.

Protesta pacifica presso un centro commerciale di Casamassima (Bari).

"L'uva meglio regalarla, che svenderla; ce la pagano quasi niente". Questo il grido dei tanti produttori. Un problema sentito in tutta la regione, da Foggia a Lecce. "Stiamo lavorando da anni per favorire la costituzione delle OP, le Organizzazioni di Produttori, e più in generale l'aggregazione che assicura un maggior potere contrattuale nei confronti di parte industriale e dei retailer", spiega Felice Ardito, presidente provinciale di CIA Levante. Poi, Pietro De Padova, presidente provinciale CIA Due Mari (Taranto-Brindisi), aggiungendo: "Molto spesso i produttori, loro malgrado, sono costretti a lasciare sulle piante i frutti del loro lavoro: tutto questo è inaccettabile e mortificante".

Nel frattempo, il presidente APEO, Giacomo Suglia, dichiara: "Devo riconoscere che l'Italia soffre di costi davvero esagerati. Basti pensare al gasolio, all'autostrada e ai costi energetici, spese che qualcuno dovrà pur sostenere, ma non possiamo permettere che i nostri produttori debbano soffrire in questo modo. Siamo il Paese che, nonostante le leggi restrittive sui fitofarmaci, è il più in regola dal punto fitosanitario. Sarebbe auspicabile che il Governo promuova a livello europeo i prodotti italiani, focalizzando l'attenzione sui pregi delle nostre produzione: siamo i primi per rispetto etico e ambientale. Negli ultimi anni si sta dando maggiore interesse a stili di vita sani, fatti da una dieta mediterranea più genuina ed equilibrata. Ecco, l'Italia è capofila su questi argomenti ormai da anni".