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Il comparto del Ficodindia ha bisogno di una governance per affrontare problemi e sfide future

"La campagna del ficodindia siciliano, sia a San Cono sia sull'Etna, si presenta ottima, con una produzione di bastardoni superiore a quella del 2018. Se il decorso climatico sarà favorevole e se non vi saranno eventi meteorici avversi (come la grandinata del 2018), dovrebbe risultare una campagna molto positiva". FreshPlaza si è recata in visita nell'areale di San Cono per fare il punto sullo stato di salute del comparto con Antonio Lo Tauro, agronomo ed esperto in materia.

Il settore ficodindicolo siciliano, soprattutto se paragonato ad altri comparti della frutticoltura, è in buono stato di salute. Si registra un aumento delle superfici impiantate nelle zone vocate ma anche in nuovi territori, dove si sta testando questa specie, anche in alternativa ad altre colture come ad esempio quella degli agrumi.

"Tale tendenza a realizzare nuovi impianti - sottolinea Antonio - nel breve periodo può portare a una saturazione dei mercati, se parallelamente non si pensa a promuovere il consumo di questo frutto. In tale direzione, è necessaria una governance del comparto per anticipare e affrontare i problemi e le sfide del prossimo futuro".

FreshPlaza (FP): Lei è stato Presidente di una compagine che si è candidata alla guida del Distretto Ficodindia di Sicilia, anche per il prossimo futuro. Può dirci qualcosa di più?

Antonio Lo Tauro (AT): "Nel 2017 abbiamo presentato un progetto complessivo per il comparto, a livello regionale, denominato Patto di Sviluppo Distrettuale. Siamo in attesa che la Regione, nello specifico l'Assessorato alle Attività Produttive, effettui l'istruttoria dei progetti presentati e conferisca il riconoscimento di legge ai Distretti Produttivi che lo hanno richiesto. Sono interessate centinaia di aziende di diverse filiere produttive, sia nel settore agroalimentare sia in quello industriale. Purtroppo i tempi saranno lunghi, al punto da sollevare il ragionevole dubbio che nessuno voglia i Distretti, ma che non si abbia il coraggio di dirlo. Forse perché non sarebbe poi tanto facile spiegarne il motivo".

"Restando al settore ficodindicolo, ribadisco che una governance del comparto sarebbe necessaria e per vari motivi: tutelare con un marchio unico le produzioni siciliane, promuovere campagne promozionali per informare i consumatori e incentivare i consumi, prevenire attacchi parassitari come quello paventato della cocciniglia presente nell'Africa settentrionale, spingere le coltivazioni soprattutto nelle aree meno vocate verso usi alternativi al frutto (foraggi, biomassa), et. C'è davvero molto da fare!"

FP: E' noto che l'opuntia è una specie ben acclimatata in Sicilia e più in generale nell'area mediterranea. Ritiene che i cambiamenti climatici in atto potranno modificarne la coltivazione o comunque gli standard produttivi?

AT: "E' una domanda a cui è difficile rispondere, intanto perché i cambiamenti climatici hanno effetto nel lungo periodo e soprattutto perché non sono facilmente prevedibili. La Sicilia sta andando incontro a un processo di desertificazione e questo certamente non è un problema per l'opuntia, naturalmente più attrezzata di altre specie frutticole a resistere agli stress idrici, soprattutto se aiutata con modesti interventi irrigui nei periodi più caldi dell'anno".

"Nel caso di repentini cambiamenti climatici, ci sarà probabilmente una variazione nei consueti calendari di produzione, con uno slittamento degli stessi verso il periodo invernale. In realtà, ciò che temo di più sono le anomalie climatiche devastanti (grandinate estive, bombe d'acqua, trombe d'aria). Eventi che, da qualche anno, si ripetono con sempre maggiore frequenza e che potrebbero essere deleteri per il settore. Ricordo ad esempio come nel nostro comparto non sia mai esistita la difesa con i teli antigrandine, come ad esempio si fa per l'uva da tavola".

"Altro pericolo - conclude Antonio - è che le mutate condizioni ambientali potrebbero favorire l'acclimatamento di parassiti oggi non presenti nei nostri areali. Bisogna tenere alta la guardia e a mio avviso utilizzare gli strumenti di governance, attualmente in stand-by, quali i Distretti".

Contatti:  
Dott. Antonio Lo Tauro
Cell.: (+39) 338 4206820
Email: distrettoficodindia@libero.it