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Maltempo: frutteti, ortaggi e vigneti colpiti dagli eventi estremi dello scorso 10 luglio

Un mercoledì da dimenticare, quello appena trascorso. Abruzzo, Marche e Puglia sono le regioni maggiormente colpite dai fenomeni climatici estremi che, con grandine, trombe d'aria e violenti temporali, hanno colpito il litorale adriatico, ma anche alcune zone dell'entroterra, fino alla sera di mercoledì 10 luglio 2019.

Trovandoci in un periodo molto produttivo per diversi areali, questo maltempo shock non poteva non avere effetti negativi immediati per il comparto agricolo. Secondo alcune testimonianze che ci arrivano dal Centro-Italia, i chicchi di grandine caduti nel pescarese e nel chietino sono stati paragonati, in quanto a dimensioni, a delle arance che hanno distrutto diverse coltivazioni di pomodori, frutteti e ortaggi. In queste ore sono in corso le valutazioni dei danni da parte dei i tecnici delle diverse associazioni di categoria.

In Puglia, i comuni maggiormente colpiti sono stati Brindisi, Polignano, Monopoli, Carovigno, Latiano, Oria, Lizzano, Taranto, Castellaneta e Ginosa. Diversi agricoltori denunciano danni evidenti a tutte le colture, in particolar modo agli ortaggi, alla frutta estiva e all'uva, oltre che danni alle strutture e infrastrutture nelle aziende agricole.

Oltre alle albicocche e pesche cadute giù per la grandine e i nubifragi, a pagarne le spese sono stati anche i vigneti, ormai pronti alla raccolta e alla commercializzazione. Colpiti anche meloni e angurie, tra i pochi prodotti che sono riusciti a salvarsi dalle precedenti condizioni climatiche di maggio e giugno.

"Oltre ai danni visibili, da considerare sono quelli che si registreranno durante l'ingrossamento e la maturazione dei frutti prettamente invernali, come, ad esempio, gli agrumi, a causa dello shock termico che hanno subito", ci spiega un tecnico pugliese.

La Coldiretti Puglia poi dichiara: "E' evidente la tendenza alla tropicalizzazione, con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, quali grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi, con costi per oltre 2 miliardi di euro in un decennio".