Per salvare la peschicoltura e per essere competitivi, occorre fare ricerca. E l'Università di Bologna, con la collaborazione di un'azienda frutticola all'avanguardia, ha iniziato ieri 4 luglio 2019 una verifica in campo per migliorare la qualità e il calibro di pesche e nettarine. Coordinatore è il professor Luca Corelli Grappadelli, docente di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree, mentre l'azienda è la Ridolfi guidata da Mattia Ridolfi.
Un fruttometro applicato alla nettarina. Il pistone segue la crescita del frutto
I pescheti di Ridolfi sono protetti da reti antigrandine e antiinsetto (cfr. FreshPlaza del 12/06/2018). La prova in campo prevede l'applicazione di teli riflettenti fra le file, in modo da far "rimbalzare" verso i frutti la luce, che si perderebbe a terrai. Fra l'altro, beneficeranno della luce riflessa anche quelle parti dei frutti che mediamente rimangono più in ombra. Le pesche e nettarine crescono tramite la traspirazione e la maggior illuminazione dovrebbe portare ad aumentarla, richiamando zuccheri dalle foglie e acqua dalle radici.
Fruttometro applicato
"Abbiamo appena posizionato 16 fruttometri - ha spiegato Corelli Grappadelli - che compiono la lettura dei dati ogni 15 minuti e, a breve, andremo a sistemare i teli riflettenti fra le file. I fruttometri sono indispensabili, perché ci permettono di misurare in modo preciso e oggettivo la crescita giornaliera di ogni singola pesca. Otto fruttometri sono applicati fra le file in cui vi saranno i teli, mentre altri 8 fungono da testimoni in una porzione di frutteto senza teli riflettenti".
L'installazione del "coordinatore"
I fruttometri sono in dotazione al Dipartimento già da diversi anni e sono il risultato di uno studio dell'Università di Bologna di diversi anni fa. Ogni fruttometro è collegato a un "nodo" posizionato a breve distanza dagli strumenti.
Da sinistra Luca Corelli Grappadelli, Mattia Ridolfi e Marco Sangiorgi
Il "nodo" raccoglie i dati di 8 apparecchi e tutte le informazioni vengono poi girate tramite wifi al "coordinatore", una centralina posta all'inizio del frutteto. Da qui, i dati vengono trasmessi a un server e, tramite l'elaborazione, sono a disposizione dei ricercatori e dell'imprenditore, in modo da seguire l'accrescimento giorno per giorno. Con i dati a disposizione si può anche elaborare una previsione sul calibro finale.
Il "nodo" cui arrivano i terminali dai fruttometri
Ieri mattina di buon'ora, il professor Corelli Grappadelli, l'imprenditore Mattia Ridolfi e il tesista Marco Sangiorgi hanno sistemato la parte tecnologica. A breve saranno posizionati i teli e i dati di accrescimento saranno elaborati fino alla raccolta. La varietà è la nettarina Romagna Giant, con sesto di impianto di 4,5 metri e 1,4 metri sulla fila, quarta foglia.
"Dobbiamo ringraziare aziende come la Ridolfi - ha concluso il docente - perché hanno la mentalità giusta. Grazie a Mattia, giovane laureato con spiccato senso imprenditoriale, si può fare innovazione. Quello che stiamo facendo oggi è ricerca applicata, in quanto sono prove che mirano a un concreto miglioramento del reddito delle imprese".
Contatti:
Agricola Ridolfi
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Tel.: (+39) 347/6128922
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