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I consumatori vanno educati al concetto di qualita'

Fragole del nord d'Italia: occorre un marchio di riconoscimento

Il consumatore è ignorante, nel senso che ignora quasi tutto, in tema di fragole. Questo perché non è stato educato alla qualità e alle differenti produzioni. Ne è convinto Giancarlo Caloi che, insieme alla moglie Elena Zeba, coltiva un ettaro di fragole a San Giovanni Lupatoto (Verona).

Giancarlo Caloi con la moglie Elena Zeba

"Per prima cosa dobbiamo prendere atto dell'ignoranza del consumatore in tema di fragole - dice Caloi - e questo è un problema di cui dobbiamo sentirci responsabili tutti noi della filiera, dai vivaisti alle catene di distribuzione. Il consumatore non sa distinguere e riconoscere la qualità di questo prodotto. Lo stesso confezionamento, come spesso richiesto "a specchio", non rappresenta la sua vera natura. In Italia, per esempio, non è pensabile realizzare una raccolta con una selezione precisa già dal campo, perché i nostri costi di manodopera sono molto più alti rispetto a quelli di altri Paesi".

Per l'agricoltore occorre pertanto insegnare al consumatore che una vaschetta di fragole messe alla rinfusa è sinonimo di alta qualità quando il prodotto di base è ottimo. Questo è un passaggio culturale importante. Sulla pianta ci sono fragole grandi e piccole, non solo grandi, e occorre spiegare al consumatore anche questo concetto.

"Un altro aspetto su cui non si è lavorato abbastanza nel nord Italia - aggiunge - è quello di puntare sul nome di una fragola che sia riconoscibile per il consumatore per caratteristiche organolettiche, ma anche per la sua presentazione sul mercato con un packaging sostenibile e inconfondibile. Scegliere una fragola per nome sarebbe già un passo importante a sostegno di questo settore. Ovviamente questa operazione non potrà mai essere sostenuta solo dai produttori, ma da tutta la filiera".

Circa le varietà, l'agricoltore ha puntato su Sibilla e Lycia, di recente introduzione. La coltivazione avviene in coltura protetta a terra. "Questa nuova varietà, abbinata alla cultivar Sibilla, permette di organizzare al meglio la raccolta e di protrarre la campagna più a lungo. Inoltre, entrambe hanno un'ottima shelf life apprezzata dai distributori. Credo che al consumatore dovrebbe essere comunicata anche la tecnica di coltivazione; nel mio caso è a terra, secondo il metodo tradizionale".

Anche Stefano Florio dell'omonima azienda agricola ha puntato su una scelta varietale precisa. "Grazie alla scelta di Aprica, di Joly e Antea, sono in grado di gestire i miei 2 ettari di fragole in modo estremamente produttivo – afferma Florio – La raccolta inizia da metà aprile e proseguirà fino a metà giugno. Sicuramente iniziare a fare sistema e proporre una fragola riconoscibile dai consumatori non potrebbe che aiutare questo settore che, a mio avviso ha ancora grandi potenzialità, ma spesso per il nostro miope individualismo stiamo rovinando".

Mirco Cerpelloni produttore storico di fragole nel veronese condivide con i colleghi quanto sia importante lavorare uniti nel settore "Fa specie che le nostre fragole siano estremamente apprezzate e vendute all'estero, come in Svizzera, mentre sui nostri mercati primeggiano fragole estere di bassa qualità. Nel mio caso la scelta varietale è ricaduta su Sibilla e Aprica che mi permettono di allungare la campagna e, come quest'anno, grazie al clima particolare, mi ha permesso di iniziare la raccolta il primo aprile".

Corrado Bruno della Bruno srl, nota società di distribuzione di frutta e di fragole, in particolare del veronese, conferma che occorrono nuove strategie. "Oggi non possiamo più lavorare a compartimenti stagni. Collochiamo la maggior parte delle fragole veronesi all'estero, mercati in cui otteniamo maggiore soddisfazione. Però è indispensabile agire su più fronti per poter far crescere il mercato: una maggiore unità per la creazione di un prodotto riconoscibile e una promozione verso il consumatore che gli fornisca gli strumenti per poter scegliere la qualità. Unire questi aspetti potrebbe generare per tutta la filiera un salto di qualità ed evitare il tracollo di questo settore nel nord Italia".