"Essenze aromatiche – come menta, erba cipollina, timo, ecc. - sotto forma di microgreens, allevate da un produttore campano. Un'idea innovativa che lo ha aiutato a riutilizzare i bancali che usava un tempo per la produzione di fiori. Egli oggi alleva i suoi piccoli ortaggi su un substrato inerte, quale la lana di roccia, e li nutre mediante sub-irrigazione. Una volta che le piante sono pronte, le consegna personalmente a ristoranti stellati dove vengono coltivati per altri pochi giorni, raccolti a km 0, sempre freschi e pronti all'uso". Così racconta Marco Valerio Del Grosso, riportando la sua esperienza di agronomo di campo a FreshPlaza.
"Da circa un paio d'anni a questa parte, è cresciuto in Italia l'interesse per i microgreens. Interessanti sono i margini di guadagno nonostante i volumi ridotti delle produzioni e le superfici limitate (pochi mq), impiegate per la loro coltivazione. Finora la domanda si adegua all'offerta, anche se si prospettano buoni margini di crescita per questo specifico settore".
Del Grosso spiega: "I microgreens sono raccolti dopo l'emissione delle prime foglie vere della pianta. Contraddistinte da un breve e limitato ciclo vitale, si prestano bene a tale coltivazione diverse essenze rustiche, aromatiche e anche la fava è stata coltivata sotto forma di baby ortaggio".
"Adatti al consumo fresco, rappresentano ancora un prodotto di nicchia, anche perché molto costosi. Assai apprezzati dai consumatori per le loro proprietà benefiche, rientrano tra i prodotti nutraceutici, ricchi di antiossidanti e vitamine, rappresentando un prodotto sano con residui di agrofarmaci spesso prossimi allo zero. Vengono perciò consumati perché salutari, oltre che per il semplice piacere".
"In Italia sono allevati in poche regioni, tra le quali Campania, Emilia- Romagna e Puglia e sono destinati al mercato nazionale. Vengono distribuiti solo attraverso canali horeca, giungendo esclusivamente nei ristoranti; in questi ultimi è in crescita la tendenza a creare piatti in cui si accostano fiori eduli a microgreens. Anche per i fiori eduli la domanda è in crescita, tanto che molti si stanno attrezzando per coltivarli".
"Basso è però il peso specifico dei baby ortaggi sul mercato estero: per poter guadagnare una buona fetta di mercato oltre l'Italia sarebbe opportuno mettere a punto nuovi packaging ad hoc per il trasporto".
L'esperto conclude: "Risulta conveniente investire in quest'ambito qualora si necessiti di una coltura per completare il ciclo aziendale; consiglio di destinare piccoli appezzamenti a tali coltivazioni, in modo da salvaguardare i margini di guadagno e affinché non s'intasi il mercato. Inoltre, l'investimento iniziale è subordinato alle scelte delle tecniche colturali. E' risaputo infatti che l'acquisto di celle di crescita e l'utilizzo di lana di roccia sono costosi".