Ampiamente previsto, ma comunque inaspettato: il colpo di coda dell'inverno, assolutamente fuori stagione, ha portato neve e vento al nord, crollo delle temperature e anche grandinate.
Fabrizio Zadra, produttore di mele della zona di Sanzeno in Val di Non (Trento), conferma che nella notte fra domenica 5 e lunedì 6 maggio la temperatura è scesa fino a 0,5 gradi centigradi. "Qui siamo a quota 700 metri sul livello del mare - e la neve è caduta dalle massime quote fino a 900 metri di altitudine. Abbiamo avuto minime a 1,5 °C e poi a 0,5. Viviamo queste ore con apprensione, nella speranza che torni la primavera".
Danni da grandine, foto Condifesa Ravenna
Il vento forte invece ha divelto serre e strutture agricole in diverse regioni: dal Piemonte al Veneto, dalla Lombardia all'Emilia Romagna. Si segnalano danni ai meleti del Piemonte, così come ristagni idrici che possono causare problemi a cipolle e patate.
Danni da grandine, foto Condifesa Ravenna
Preoccupazione per le ciliegie, sia nella zona di Vignola sia in quella di Cesena. Gli unici a essere tranquilli sono quegli agricoltori che hanno i teli antipioggia, l'unico vero sistema efficace per salvaguardare la produzione.
"La pioggia è un disastro per i cerasicoltori - commenta Loris Babbini, referente dell'Associazione Aproccc - Le ciliegie invaiate, con la pioggia, vanno incontro a cracking, cioè alla fessurazione del mesocarpo a causa del superamento del turgore massimo cellulare. Le cellule infatti, per osmosi, assorbono l'acqua piovana direttamente dalla buccia, attraverso le pareti; e le membrane cellulari, di conseguenza, scoppiano o si distaccano le une dalle altre, causando le fessurazioni".
Nel frattempo, Cia-Agricoltori Italiani, che sta monitorando la situazione, stima danni sopra il milione di euro. "In particolare - spiega l'organizzazione agricola - nel modenese un manto di neve ha ricoperto interi campi di patate nell'area dei pregiati tuberi di Montese. Gelate che mettono in pericolo anche i vigneti e i frutteti a quote basse in tutta la regione, quando i germogli sono fragili e la frutta si comincia a raccogliere dagli alberi".
"Ora bisogna verificare sui campi la precisa entità dei danni e valutare con attenzione, insieme a tecnici e associati, se chiedere lo stato di calamità - sottolinea Cia -. Va ricordato che il Nord-Est ha un peso agricolo consistente con una produzione che vale il 28% di quella nazionale.
Gli agricoltori - conclude Cia - dovranno investire sempre di più in strumenti assicurativi per proteggere le colture dagli eventi estremi. Si è passati da mesi di pesante siccità ad abbondanti precipitazioni concentrate in pochi giorni che, se da un lato hanno portato benefici alle riserve idriche, dall'altro stanno anche causando grossi problemi alle coltivazioni. E dietro l'angolo c'è la pesante insidia del caldo africano estivo.