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In ricordo di Antonio Schiavelli: le testimonianze da parte di chi lo ha conosciuto

"Ha lottato fino alla fine, è stato un leone, sempre positivo: l'abbiamo salutato in ospedale giovedì santo, era lucido, con voglia di fare e progetti per il futuro, fino alla fine non ha mai smesso di credere di poter andare avanti, perché lui era così". Lorena D'Annunzio, dirigente di Unaproa tratteggia gli ultimi giorni di vita di Antonio Schiavelli, il presidente dell'unione di 127 tra Op e Aop, venuto a mancare il 25 aprile. "Avrebbe compiuto 59 anni l'8 novembre – dice a FreshPlaza - il ricordo che abbiamo di lui è quello di un agricoltore, come lui stesso amava definirsi, un cooperatore, una persona colta, erudita, che ha portato una ventata di sapere nel nostro campo, anche con una visione futuristica per il settore".

Schiavelli, agrumicoltore, socio e dirigente storico di Coldiretti Cosenza, già consigliere di amministrazione di CampoVerde Spa, già ad del Consorzio Sibarit, era amministratore delegato del Consorzio Pomez O.P. Società Coop.Agricola, rappresentante legale dell'azienda agricola Eredi Schiavelli Francesco, consigliere di amministrazione di Donzelli editore, oltre che al suo secondo mandato alla guida dell'Unaproa (Unione nazionale tra le organizzazioni dei produttori ortofrutticoli, agrumari e di frutta in guscio), alla cui fondazione lo stesso imprenditore aveva preso parte e che, dal 2016, lo ha visto presidente, "non tirandosi mai indietro ai molteplici impegni cui i vari ruoli di responsabilità via via lo hanno chiamato", sottolinea la nota ufficiale di Unaproa, sintetizzando la personalità poliedrica e lo spessore umano dell'imprenditore scomparso:

"Un amico fraterno, un imprenditore appassionato, un amministratore illuminato che, chi ha avuto il privilegio di conoscere e di frequentare, ne ha apprezzato le immense qualità umane e le non comuni doti di professionalità: doti che, non a caso, lo hanno portato a ricoprire cariche importanti e di responsabilità".

"Una persona generosa, buona, sempre con una parola di conforto per tutti, che non aveva mai abbandonato la speranza anche se sapeva che la malattia che doveva affrontare sarebbe stata dura e pesante", dice ancora D'Annunzio. "E' stato anche un esempio di umiltà e di disponibilità per tutti, capace di discutere con passione e competenza, lui, uomo di profonda cultura (era anche Accademico dei Georgofili), delle più importanti questioni del nostro settore e poi, terminato il lavoro, salutare dipendenti e collaboratori chiedendo loro se in famiglia andava tutto bene o se i figli erano bravi e davano soddisfazioni"

E' stato sepolto sabato 27 aprile a Corigliano Calabro dopo una camera ardente, il giorno prima, a Roma, alla Sala della Marina di Palazzo Rospigliosi, sede nazionale di Coldiretti che, tramite il suo presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, ricorda "l'impegno incessante per lo sviluppo dell'agricoltura e dell'Organizzazione economica dei produttori, la profonda conoscenza del settore ortofrutticolo e la grande capacità organizzativa che ha voluto fino all'ultimo condividere con gli altri contribuendo allo crescita competitiva del Made in Italy".

"E' stato un desiderio di Antonio di far allestire la camera ardente a Palazzo Rospigliosi, prima di essere riportato nella sua terra, in Calabria, dove si sono svolti i funerali dopo un passaggio a mare, laddove ha conosciuto la moglie, sposata da nemmeno tre anni", riprende D'Annunzio.

Numerose le testimonianze di affetto e stima, dentro e fuori il perimetro del settore agroalimentare, a rimarcare intreccio tra le dimensioni dell'uomo, dell'imprenditore, dell'intellettuale.

"Una persona decisamente speciale, con una grande disponibilità, una conoscenza approfondita del settore, le idee, una visione strategica; veramente una grande perdita. Una grande figura per il mondo imprenditoriale e delle organizzazioni produttive agricole. Ho avuto la fortuna di apprezzarne la grande cultura, la disponibilità, l'apertura al dialogo e al confronto", dice a FreshPlaza, Alessandra Pesce, sottosegretaria al Mipaaft, secondo la quale una delle principali eredità di Schiavelli, da non disperdere, è "la sua attenzione forte per il mondo produttivo, la volontà di aggregazione, l'utilizzo dei nuovi strumenti, soprattutto finalizzati all'aggregazione dell'offerta, ai nuovi mercati, lui aveva delle idee veramente avanzate, anche gli strumenti legati alla gestione finanziaria; tutti temi di cui abbiamo sempre discusso insieme".

"Un vuoto che può sembrare incolmabile – dice anche Felice Poli, il vicepresidente di Unaproa - ma la forza che ci ha lasciato sarà per noi motivo per poter ripartire e fare le cose così come le ha volute fin dall'inizio". Poli si riferisce soprattutto al progetto sul quale Unaproa lavora da un paio d'anni, "quello di una strettissima collaborazione con Coldiretti – spiega al nostro giornale - affinché si possa dare all'ortofrutta italiana, un'identità precisa, un futuro che fino ad oggi è stato abbastanza incerto o comunque offuscato da tante situazioni che, di fatto, l'hanno reso poco visibile rispetto all'opinione pubblica".

"E' chiaro che adesso ci attende il compito arduo di continuare le sue volontà nella rappresentanza e nella tutela delle Op – spiega anche Melven Bosca, dirigente di Unaproa - l'aggregazione e lo sviluppo delle Op come soggetti di impresa che, ovviamente, producono beni pubblici, come lui amava dire. In questi anni di presidenza ha lasciato un punto forte e noi continueremo sulla strada del suo mandato. E' stato un operatore, un cooperatore, un agricoltore, un lungimirante imprenditore che ha sempre creduto nell'aggregazione come un punto di partenza e non di arrivo".

"Sicuramente quello che faremo sarà rivedere tutte le questioni legate alla Ocm, Organizzazione Comune del mercato – riprende Poli - la nuova Pac, dare credibilità al made in Italy che è un prodotto che assolutamente merita sebbene oggi spesso disconosciuto; abbiamo intenzione di muoverci su altri fronti per portare all'opinione pubblica le specialità, le peculiarità dei nostri prodotti, dalla prima alla quarta gamma, passando per i trasformati".

Foto di repertorio: da sinistra, Melven Bosca, Lorena D'Annunzio, il compianto presidente Antonio Schiavelli e Gabriele Russo, durante Fruit Logistica 2017.

Da parte sua, il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra lamenta la perdita di "una persona perbene e un punto di riferimento del mondo agricolo calabrese e italiano. Abbiamo avuto l'onore di averlo, dal 2008 al 2013, nel Consiglio direttivo del Parco come esperto nominato dall'allora ministro dell'Agricoltura Paolo De Castro ed è stata per tutti noi una straordinaria opportunità per conoscere una persona che emanava un'autorità morale frutto delle sue grandi idee e forti intuizioni. I temi della sostenibilità, che oggi rappresentano una priorità nelle politiche pubbliche, erano al centro dei suoi ragionamenti già dieci anni fa e molte nostre scelte sul terreno della promozione economica del Parco, a partire dalla grande esigenza di saper coniugare la tutela ambientale con l'agricoltura di qualità, poggiavano sulle sue idee. Inoltre la passione e l'accanimento con il quale lavorò per pervenire, sulla base di un'iniziativa di legge popolare, all'istituzione del Distretto agroalimentare di qualità della Sibaritide e del Pollino, testimoniano quanto lui ci tenesse alla valorizzazione di una delle aree più significative dell'agroalimentare del Mezzogiorno d'Italia. Sarebbe bello, per rendergli l'onore di quella sofferta conquista, che le istituzioni preposte facessero di tutto per renderlo operativo e funzionale".

"Sul piano umano - conclude Pappaterra - mi resta il ricordo di una persona fine e dal grande bagaglio culturale e di relazioni umane e professionali che mi hanno molto arricchito a partire dai suoi amici più stretti, che oggi lo piangono come un fratello".

Schiavelli era anche consigliere di amministrazione di Donzelli editore. "Antonio è stata una grande scoperta, del tutto inaspettata – ricorda assolutamente commosso Carmine Donzelli, fondatore del marchio editoriale - Era il maggio del 1992, stavo cercando amici per costituire una sorta di public company per la nascente casa editrice. Non lo conoscevo, ma lui sapeva di me soprattutto grazie alla rivista Meridiana che avevo fondato insieme a Piero Bevilacqua. Fare una casa editrice gli sembrò una bella idea, mi disse: "sarei contento di partecipare all'impresa di fondazione anche con un gruppo di amici, in modo da creare un polo sibarita della Donzelli".

"Da allora è stato uno dei soci più importanti, fedeli e continuativi in questi 27 anni nelle battaglie di questa piccola ma agguerrita casa editrice e siamo arrivati a condividere con lui gli affetti più cari, le sensazioni più forti, lo ricordo come una persona di un entusiasmo strabordante, di una qualità intellettuale incredibile, innamorato del suo mestiere di imprenditore e di manager ma nello stesso tempo attaccato alle radici di una tradizione contadina da cui veniva. Antonio si portava dietro come una ricchezza la sua origine di figlio di contadini che avevano messo insieme pezzo e a pezzo l'agrumeto che era il suo orgoglio, poi aveva molte esperienze manageriali e una dimensione dell'agire di impresa che era fortemente legata a un'idea di moralità civile. Ha fatto cose importantissime nel suo settore. Era un uomo di cultura nel senso più profondo, di quelli che non la ostentano perché se la sono conquistata leggendo, riflettendo, compiacendosi del fatto di essere testimoni del mondo attraverso la conoscenza e Antonio è stato, da questo punto di vista, l'emblema dello spirito della casa editrice, una forma di passione culturale e civile che sconfina con l'amore del mondo, la qualità intellettuale più pura e noi ce lo porteremo sempre nel cuore".

Ricorda ancora Donzelli, in questo colloquio con FreshPlaza, che la "sua idea dell'impresa agricola moderna e del ruolo dell'agricoltura era straordinariamente avanzata ed era un'idea tutt'altro che settoriale, l'agricoltura, per Antonio, rappresentava il terreno di sfida più fertile per guardare avanti verso il futuro, verso un mondo che sapesse preservare l'ambiente, essere di presidio per la qualità delle produzioni, in qualche modo legato all'innovazione delle tecniche di lavoro. Tutto questo ha fatto sì che producessimo libri in questa direzione ma il suo spessore, il suo orizzonte complessivo non era legato a un tecnicismo specifico, di cui pure era un grande maestro".

"Questa notte ho scritto una lettera per Antonio, l'ho data a Michela perché idealmente gliela leggesse, ricordo questa cosa che mi è molto cara: quando io nacqui all'editoria in quel lontano 1992, mi vergognavo quasi della parola imprenditore. Stando vicino ad Antonio ho scoperto che come lui era un contadino imprenditore, io ero un editore imprenditore. Quella non è una brutta parola, se la coniughi con la responsabilità sociale, con l'idea civile e pubblica di una funzione dell'impresa come ha saputo fare Antonio. E vicino ci devi mettere la passione da cui vieni: la sua passione era il mondo della terra, erano le clementine, le arance, i profumi della sua terra, la mia passione erano i libri. Le abbiamo messe insieme ed è nata un'amicizia che sarà veramente senza fine".

Proprio per i tipi di Donzelli, Schiavelli ha scritto, con Flaminia Ventura e Pierluigi Milone, "Direct food. Agricoltori e consumatori alla riconquista del mercato", uscito nel 2016 per analizzare le novità nelle abitudini alimentati delle società postindustriali, il ruolo del consumo di cibo nella creazione di socialità, il moltiplicarsi di canali distributivi basati su un rapporto diretto produttore-consumatore, i prodotti locali divenuti il segmento più dinamico del mercato in alternativa al sistema distributivo egemone, la cultura della sostenibilità fondata sull'assunzione di una reciprocità nelle decisioni di produzione e consumo.

"A Lui, scrittore erudito ed elegante, dedichiamo la pagina più bella e dolorosa del Libro della nostra storia, della storia dell'Unaproa, che tra i suoi autori vedrà per sempre iscritto il nome di Antonio Schiavelli", recita il comunicato ufficiale della "sua" organizzazione.

FreshPlaza si unisce al cordoglio di parenti, amici e collaboratori per questa prematura scomparsa.

Autore: C.A. per FreshPlaza

Data di pubblicazione:

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