
"Le albicocche non temono il freddo durante la fase di riposo vegetativo, sono i ritorni di gelo a essere letali, in qualunque fase. Mentre il freddo secco, e anche le temperature intorno ai 3°C, non le turbano minimamente, soffrono però le gelate. Di contro, anche le alte temperature sono problematiche, perché stressano la pianta, rendendo i frutti maturi troppo precocemente, e impossibilitando una raccolta scalare. In genere, ogni cultivar ha un'epoca di maturazione specifica, e la raccolta è scalare, meteo permettendo". Così dice a FreshPlaza Gaetano Romano, titolare dell'azienda Ager di Somma Vesuviana (NA), nonché presidente dell'Associazione Albicocca del Vesuvio.

"Quest'anno, la fioritura delle nostre vecchie varietà tradizionali - come Pellecchiella, Caiana, Volpe, Vitillo e Ciccona - ha ritardato di 10 giorni rispetto allo scorso anno, e questo meteo così instabile ci tiene in allerta. Sinceramente mi fanno un po' paura gli sbalzi termici che stiamo vivendo: si passa dai 25 ai 15°C in un momento. Questa situazione non è delle migliori. Spero vivamente che ci attenda una buona campagna".

"Le albicocche del Vesuvio, pur essendo gustose, uniche e irripetibili, presentano un limite. Hanno una breve shelf-life post raccolta, che le vincola a un mercato territoriale e di nicchia. L'unica varietà molto conosciuta su tutto il territorio nazionale è la Pellecchiella. Pur non essendo esente da questo limite, ha stregato chiunque l'abbia assaggiata. Infatti il suo areale di coltivazione si sta estendendo: oggi è reperibile nel Metapontino, in basso Lazio ed Emilia Romagna. Riesce a spuntare prezzi soddisfacenti, parliamo almeno di 1,50 euro/ kg e pare che stia approdando pure sui mercati europei".
Gaetano Romano spiega che per far apprezzare le albicocche tradizionali al consumatore, sia necessaria una sua rieducazione: "Egli dovrebbe imparare ad accostare sapori, odori e colori in modo da poter acquisire una certa familiarità con il prodotto".
Da parte loro, i frutticoltori devono garantire un prodotto d'eccellenza, partendo da corrette pratiche di gestione agronomica. Per esempio: la scelta del giusto portainnesto, che valorizzi la cultivar; una concimazione sobria con giusti apporti azotati, senza eccedere; potature razionali e adeguate a ciascuna cultivar, la scelta di giusti sesti d'impianto (4x5) e forme di allevamento appropriate (è consigliabile a vaso tradizionale). A coronare le condizioni ideali di coltivazione c'è il Vesuvio, con la sua terra vulcanica.
L'unica spina nel fianco è la Sharka (Plum pox virus=PPV), che da 10 anni a oggi rappresenta un vero flagello. "Siamo alla ricerca di portinnesti resistenti; infatti abbiamo constatato che il Mirabolano è più resistente mentre stiamo abbandonando il 29C perché troppo sensibile a questa fitopatia".
L'azienda agricola Ager pullula di biodiversità vegetale; non solo varietà storiche di albicocche e noci del vesuviano, ma anche agrumeti e vigneti tipici di queste zone. Le albicocche del Vesuvio sono inoltre tutte Presidio Slow Food.
Gaetano conclude: "L'esigenza della valorizzazione di questo prodotto, patrimonio naturalistico e culturale di questo territorio, ci spinge a puntare sempre più anche sui trasformati (confetture, canditi, essiccato), in quanto più facilmente commerciabili a livello nazionale e internazionale. Le nostre albicocche candite e essiccate sono già fortemente richieste e distribuite mediante canale horeca locale, per ora. Per il futuro, stiamo puntando su un mercato perlomeno nazionale per le nostre albicocche fresche e trasformate".
Contatti:
Az. agr. AGER
Via Pigno, 127
80049 Somma Vesuviana (NA) - Italy
Tel: (+39) 3288961487
Email: [email protected]